Questo lavoro monografico – pur nella interrelazione sistematica di ogni singola sezione - frutto della collaborazione dei suoi autori, si è articolato in due parti. La prima di esse - elaborata da Marco Santillo - ha avuto come suo dominio i seguenti temi: l’analisi dei problemi socio-economici della ricostruzione; l’esame delle opzioni di politica monetaria e valutaria abbracciate tra il 1946 e il 1947; la ricostruzione dell’azione diplomatica promossa da De Gasperi (in specie in occasione del viaggio in terra americana del gennaio 1947), prima per ottenere la revisione dell’armistizio, poi per accelerare il reinserimento dell’Italia nel consesso economico internazionale. La seconda parte – a cura di Diomede Ivone – ha inteso scandagliare tutte le novità del quadro sociale, politico ed economico intervenute in Italia, a partire dal 1947, a seguito della costituzione del quarto esecutivo De Gasperi, allorquando fu varata la “linea Einaudi” e fu reso possibile, consequenzialmente, l’accesso del nostro Paese al sistema di economia degli aiuti, che, passando attraverso le esperienze dell’U.N.R.R.A. e dell’Interim Aid sarebbe approdato al Piano Marshall. Il lavoro è stato elaborato, in ogni sua parte, sulla scorta di uno scrupoloso screening della letteratura e di fonti archivistiche, rintracciate presso l’Archivio Storico-Diplomatico del Ministero Affari Esteri e presso l’Archivio Centrale dello Stato (Presidenza del Consiglio dei Ministri e Verbali del Consiglio dei Ministri). È emerso dallo studio e dalla rielaborazione di questo materiale come, del complesso intreccio di problemi e opportunità che si posero alla società italiana del dopoguerra, De Gasperi ebbe, più di ogni altro statista del suo tempo, piena consapevolezza e profonda coscienza critica. Egli, infatti, non si limitò a realizzare una mera opera di mediazione tra forze sociali ed esperienze storiche diverse, ma mirò a coinvolgere queste forze e queste esperienze dentro un progetto comune, dal quale sarebbero emerse le direttrici di sviluppo dell’economia italiana degli anni Cinquanta. Nel decennio in cui resse il timone della politica nazionale, De Gasperi si trovò a fronteggiare le più spinose questioni di natura politica, sociale, economica, diplomatica. E si trattava di questioni epocali: lo svolgimento del referendum istituzionale per la Repubblica; il varo della Costituzione; la firma del “Trattato di Pace”; le trattative per promuovere l’adesione dell’Italia alle istituzioni finanziarie di Bretton Wood, al Piano Marshall, al Patto Atlantico, ai primi organismi intereuropei. Di assoluta rilevanza furono, poi, per uno statista che pure veniva additato di imperizia nelle cose economiche, le scelte strategiche abbracciate in materia di politica monetaria e valutaria, così come le misure di controllo della base monetaria e di allocazione del credito varate nel contesto della “linea Einaudi”. In specie l’azione di politica estera degasperiana sarebbe riuscita, pur tra mille difficoltà, a tracciare una chiara direzione di sviluppo all’economia italiana. De Gasperi, infatti, nel modello di cooperazione economica inaugurato dal Piano Marshall, intravide non solo la via più rapida per porre termine ai problemi della ricostruzione, ma, soprattutto il percorso privilegiato per una piena reintegrazione dell’Italia nel consesso delle democrazie occidentali. In quest’ottica, la liberalizzazione progressiva delle attività economica e il nuovo ruolo ritagliato all’intervento pubblico in economia rappresentarono una via obbligata, giacché l’alternativa cui il nostro Paese si trovò di fronte nel dopoguerra non fu tra sviluppo come “economia chiusa” e sviluppo come “economia aperta”, quanto piuttosto quella tra sviluppo industriale e rinuncia a questo sviluppo. Sulle scelte di politica economica abbracciate dallo statista trentino pesò, senza dubbio, il condizionamento (invero più economico che politico) degli Stati Uniti d’America, ma occorre sottolineare che De Gasperi - in aderenza ad una moderna “etica della contingenza” – imboccò l’unica strada in quel momento percorribile per superare le emergenze della ricostruzione e lenire gli squilibri endemici della nostra bilancia dei pagamenti, premesse queste per dare avvio ad una credibile e duratura politica di riforme strutturali e per spingere, finalmente, l’economia italiana lungo un sentiero di sviluppo sostenuto.

Alcide De Gasperi e la ricostruzione (1943-1948)

SANTILLO, Marco
2006-01-01

Abstract

Questo lavoro monografico – pur nella interrelazione sistematica di ogni singola sezione - frutto della collaborazione dei suoi autori, si è articolato in due parti. La prima di esse - elaborata da Marco Santillo - ha avuto come suo dominio i seguenti temi: l’analisi dei problemi socio-economici della ricostruzione; l’esame delle opzioni di politica monetaria e valutaria abbracciate tra il 1946 e il 1947; la ricostruzione dell’azione diplomatica promossa da De Gasperi (in specie in occasione del viaggio in terra americana del gennaio 1947), prima per ottenere la revisione dell’armistizio, poi per accelerare il reinserimento dell’Italia nel consesso economico internazionale. La seconda parte – a cura di Diomede Ivone – ha inteso scandagliare tutte le novità del quadro sociale, politico ed economico intervenute in Italia, a partire dal 1947, a seguito della costituzione del quarto esecutivo De Gasperi, allorquando fu varata la “linea Einaudi” e fu reso possibile, consequenzialmente, l’accesso del nostro Paese al sistema di economia degli aiuti, che, passando attraverso le esperienze dell’U.N.R.R.A. e dell’Interim Aid sarebbe approdato al Piano Marshall. Il lavoro è stato elaborato, in ogni sua parte, sulla scorta di uno scrupoloso screening della letteratura e di fonti archivistiche, rintracciate presso l’Archivio Storico-Diplomatico del Ministero Affari Esteri e presso l’Archivio Centrale dello Stato (Presidenza del Consiglio dei Ministri e Verbali del Consiglio dei Ministri). È emerso dallo studio e dalla rielaborazione di questo materiale come, del complesso intreccio di problemi e opportunità che si posero alla società italiana del dopoguerra, De Gasperi ebbe, più di ogni altro statista del suo tempo, piena consapevolezza e profonda coscienza critica. Egli, infatti, non si limitò a realizzare una mera opera di mediazione tra forze sociali ed esperienze storiche diverse, ma mirò a coinvolgere queste forze e queste esperienze dentro un progetto comune, dal quale sarebbero emerse le direttrici di sviluppo dell’economia italiana degli anni Cinquanta. Nel decennio in cui resse il timone della politica nazionale, De Gasperi si trovò a fronteggiare le più spinose questioni di natura politica, sociale, economica, diplomatica. E si trattava di questioni epocali: lo svolgimento del referendum istituzionale per la Repubblica; il varo della Costituzione; la firma del “Trattato di Pace”; le trattative per promuovere l’adesione dell’Italia alle istituzioni finanziarie di Bretton Wood, al Piano Marshall, al Patto Atlantico, ai primi organismi intereuropei. Di assoluta rilevanza furono, poi, per uno statista che pure veniva additato di imperizia nelle cose economiche, le scelte strategiche abbracciate in materia di politica monetaria e valutaria, così come le misure di controllo della base monetaria e di allocazione del credito varate nel contesto della “linea Einaudi”. In specie l’azione di politica estera degasperiana sarebbe riuscita, pur tra mille difficoltà, a tracciare una chiara direzione di sviluppo all’economia italiana. De Gasperi, infatti, nel modello di cooperazione economica inaugurato dal Piano Marshall, intravide non solo la via più rapida per porre termine ai problemi della ricostruzione, ma, soprattutto il percorso privilegiato per una piena reintegrazione dell’Italia nel consesso delle democrazie occidentali. In quest’ottica, la liberalizzazione progressiva delle attività economica e il nuovo ruolo ritagliato all’intervento pubblico in economia rappresentarono una via obbligata, giacché l’alternativa cui il nostro Paese si trovò di fronte nel dopoguerra non fu tra sviluppo come “economia chiusa” e sviluppo come “economia aperta”, quanto piuttosto quella tra sviluppo industriale e rinuncia a questo sviluppo. Sulle scelte di politica economica abbracciate dallo statista trentino pesò, senza dubbio, il condizionamento (invero più economico che politico) degli Stati Uniti d’America, ma occorre sottolineare che De Gasperi - in aderenza ad una moderna “etica della contingenza” – imboccò l’unica strada in quel momento percorribile per superare le emergenze della ricostruzione e lenire gli squilibri endemici della nostra bilancia dei pagamenti, premesse queste per dare avvio ad una credibile e duratura politica di riforme strutturali e per spingere, finalmente, l’economia italiana lungo un sentiero di sviluppo sostenuto.
2006
9788838240102
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