Il saggio prende avvio da una prospettiva di ricerca che, a partire dalla grande lezione di Dionisotti, si è indirizzata verso il superamento della prospettiva centralistica e toscano centrica, a favore di un recupero delle culture particolari nella dinamica della dialettica centro-periferia: un processo che, a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso, ha interessato a vari livelli, analisi letteraria e ricerca linguistica. L’A. indaga sul carattere specifico del volgare a Napoli negli anni aragonesi, con particolare riferimento al concetto di ‘lingua comune’, quale si andava configurando nel dibattito teorico e nella elaborazione artistica. L'idea di lingua comune, rivissuta in ambiente napoletano, si riconferma come il punto di forza di una cultura sempre più impegnata a rivendicare il suo carattere autonomo e la sua storica necessità.
La lingua comune a Napoli nella prima metà del Cinquecento
MONTANILE, Filomena
2006
Abstract
Il saggio prende avvio da una prospettiva di ricerca che, a partire dalla grande lezione di Dionisotti, si è indirizzata verso il superamento della prospettiva centralistica e toscano centrica, a favore di un recupero delle culture particolari nella dinamica della dialettica centro-periferia: un processo che, a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso, ha interessato a vari livelli, analisi letteraria e ricerca linguistica. L’A. indaga sul carattere specifico del volgare a Napoli negli anni aragonesi, con particolare riferimento al concetto di ‘lingua comune’, quale si andava configurando nel dibattito teorico e nella elaborazione artistica. L'idea di lingua comune, rivissuta in ambiente napoletano, si riconferma come il punto di forza di una cultura sempre più impegnata a rivendicare il suo carattere autonomo e la sua storica necessità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.