Questo libro raccoglie i risultati di una ricerca inserita in un più ampio progetto interuniversitario, cofinanziato dal MIUR coordinato dal Prof. Roberto Cipriani, su: “La ricerca qualitativa: teoria, metodi e applicazioni”. In particolare, la nostra unità di ricerca si prefiggeva lo scopo di esplorare le possibilità, le potenzialità ma anche i vincoli metodologici delle “storie”, uno strumento per la rilevazione di atteggiamenti e valori concepito e sviluppato da Alberto Marradi (2005) al fine di indagare sui valori diffusi nella popolazione di una qualsiasi società contemporanea. Quando si vuole indagare in questo campo, di solito la ricerca sociale adotta domande dirette; ma una domanda diretta nella forma abituale è necessariamente generale, astratta, priva di tutti i necessari riferimenti al contesto. Non si possono esplicitare tutte le condizioni: la situazione può essere richiamata soltanto per grandi linee. Se, nel testo di una singola domanda diretta, si dovessero fornire informazioni su tutti gli aspetti rilevanti del contesto e specificare esplicitamente tutte le condizioni e situazioni rilevanti, la domanda diretta diverrebbe intollerabilmente lunga e complicata. Invece la tecnica che abbiamo vagliato fa precedere alle domande il racconto di un episodio, costruito e presentato in modo da stimolare una reazione da parte dell'intervistato, inducendolo a prendere posizione sull'argomento e a rivelare così le sue opzioni di valore in modo più completo e meno sorvegliato di quanto fa di solito quando risponde a una domanda diretta. In generale, l'episodio è ispirato da un fatto realmente accaduto, o comunque riconoscibile dall'intervistato come qualcosa che potrebbe accadergli; qualcosa di abbastanza vicino al suo mondo della vita quotidiana. Il primo capitolo svolge una funzione introduttiva, in quanto analizza l’intervista come “evento comunicativo”. Questa caratteristica dell’intervista viene esaltata quando la conduzione è non direttiva: ciò permette il libero fluire del processo comunicativo, poiché consente all’intervistato di esprimersi con parole sue e al suo livello di comprensione. Non costretto dagli assunti epistemologici e dai vincoli operativi di una intervista direttiva, tale “evento” dovrebbe ridurre le numerose forme di distorsioni che, invece, sono assai frequenti nelle interviste direttive e strutturate, come documenta l’ultima parte del capitolo stesso. La flessibilità della tecnica non direttiva, l’assenza di quei vincoli non significa però l’assenza di qualunque vincolo nell’interpretazione. La scommessa che abbiamo voluto giocare – e che non pretendiamo di aver vinto – riguarda la possibilità di mostrare come il rigore metodologico sia possibile anche a prescindere dalla matrice dei dati e da altre tecniche di analisi testuale computerizzata; e, altresì, come proprio tale rigore consenta di raccogliere molte informazioni. Cercare di perseguire questi due obiettivi ci ha condotto innanzi tutto verso un’analisi “sintattica” dei trascritti. Infatti nel secondo capitolo abbiamo cercato di mostrare empiricamente come partecipi alla significazione anche la “sintassi”, la veste indossata da sintagmi e frasi, le regole assunte dai messaggi veicolati in un’intervista; e quindi come sia utile considerare questa dimensione al momento di interpretare il trascritto. Tale utilità si dimostra sia sul piano sostantivo, con la opportunità di un’ermeneutica più corroborata empiricamente; sia sul versante metodologico, in quanto l’analisi sintattica facilita l’individuazione di eventuali distorsioni. Il terzo capitolo si dedica all’altra dimensione spesso trascurata nella ricerca sociale, cioè la pragmatica: da questo punto di vista l’interazione fra gli attori dell’intervista, la cooperazione reciproca nella costruzione dei significati divengono ulteriore fonte d’informazione e oggetto d’interpretazione. Secondo tale prospettiva, anche il contesto linguistico e quello extra-linguistico concorrono alla produzione e all’interpretazione degli enunciati.

Esperienze di analisi di interviste non direttive

ADDEO, FELICE
Methodology
;
MONTESPERELLI, Paolo
Methodology
2007-01-01

Abstract

Questo libro raccoglie i risultati di una ricerca inserita in un più ampio progetto interuniversitario, cofinanziato dal MIUR coordinato dal Prof. Roberto Cipriani, su: “La ricerca qualitativa: teoria, metodi e applicazioni”. In particolare, la nostra unità di ricerca si prefiggeva lo scopo di esplorare le possibilità, le potenzialità ma anche i vincoli metodologici delle “storie”, uno strumento per la rilevazione di atteggiamenti e valori concepito e sviluppato da Alberto Marradi (2005) al fine di indagare sui valori diffusi nella popolazione di una qualsiasi società contemporanea. Quando si vuole indagare in questo campo, di solito la ricerca sociale adotta domande dirette; ma una domanda diretta nella forma abituale è necessariamente generale, astratta, priva di tutti i necessari riferimenti al contesto. Non si possono esplicitare tutte le condizioni: la situazione può essere richiamata soltanto per grandi linee. Se, nel testo di una singola domanda diretta, si dovessero fornire informazioni su tutti gli aspetti rilevanti del contesto e specificare esplicitamente tutte le condizioni e situazioni rilevanti, la domanda diretta diverrebbe intollerabilmente lunga e complicata. Invece la tecnica che abbiamo vagliato fa precedere alle domande il racconto di un episodio, costruito e presentato in modo da stimolare una reazione da parte dell'intervistato, inducendolo a prendere posizione sull'argomento e a rivelare così le sue opzioni di valore in modo più completo e meno sorvegliato di quanto fa di solito quando risponde a una domanda diretta. In generale, l'episodio è ispirato da un fatto realmente accaduto, o comunque riconoscibile dall'intervistato come qualcosa che potrebbe accadergli; qualcosa di abbastanza vicino al suo mondo della vita quotidiana. Il primo capitolo svolge una funzione introduttiva, in quanto analizza l’intervista come “evento comunicativo”. Questa caratteristica dell’intervista viene esaltata quando la conduzione è non direttiva: ciò permette il libero fluire del processo comunicativo, poiché consente all’intervistato di esprimersi con parole sue e al suo livello di comprensione. Non costretto dagli assunti epistemologici e dai vincoli operativi di una intervista direttiva, tale “evento” dovrebbe ridurre le numerose forme di distorsioni che, invece, sono assai frequenti nelle interviste direttive e strutturate, come documenta l’ultima parte del capitolo stesso. La flessibilità della tecnica non direttiva, l’assenza di quei vincoli non significa però l’assenza di qualunque vincolo nell’interpretazione. La scommessa che abbiamo voluto giocare – e che non pretendiamo di aver vinto – riguarda la possibilità di mostrare come il rigore metodologico sia possibile anche a prescindere dalla matrice dei dati e da altre tecniche di analisi testuale computerizzata; e, altresì, come proprio tale rigore consenta di raccogliere molte informazioni. Cercare di perseguire questi due obiettivi ci ha condotto innanzi tutto verso un’analisi “sintattica” dei trascritti. Infatti nel secondo capitolo abbiamo cercato di mostrare empiricamente come partecipi alla significazione anche la “sintassi”, la veste indossata da sintagmi e frasi, le regole assunte dai messaggi veicolati in un’intervista; e quindi come sia utile considerare questa dimensione al momento di interpretare il trascritto. Tale utilità si dimostra sia sul piano sostantivo, con la opportunità di un’ermeneutica più corroborata empiricamente; sia sul versante metodologico, in quanto l’analisi sintattica facilita l’individuazione di eventuali distorsioni. Il terzo capitolo si dedica all’altra dimensione spesso trascurata nella ricerca sociale, cioè la pragmatica: da questo punto di vista l’interazione fra gli attori dell’intervista, la cooperazione reciproca nella costruzione dei significati divengono ulteriore fonte d’informazione e oggetto d’interpretazione. Secondo tale prospettiva, anche il contesto linguistico e quello extra-linguistico concorrono alla produzione e all’interpretazione degli enunciati.
2007
9788854810778
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1660944
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