Il ragionamento è l’oggetto di uno studio ampio e ramificato, su cui convergono i contributi di varie discipline. In prima approssimazione, il ragionamento può essere indagato da due punti di vista differenti. Se si studia il ragionamento da un punto di vista normativo, lo scopo è sviluppare canoni di correttezza, ossia modelli di come si dovrebbe ragionare. Se invece si adotta un punto di vista descrittivo, ci si prefigge di descrivere e spiegare come di fatto ragionano gli esseri umani, il che, come vedremo, si discosta molto spesso dalle prescrizioni sviluppate in ambito normativo. Scopo di questo libro è fornire una panoramica abbastanza ampia del tema del ragionamento. Considerazioni normative saranno affiancate da osservazioni di tipo descrittivo, nella convinzione che solo dall’interazione di entrambi i punti di vista possa scaturire una migliore comprensione del nostro oggetto di studio. Alla base di questa scelta è l’ipotesi che lo studio di un tema complesso come il ragionamento non possa essere condotto interamente «a priori», prescindendo cioè dai contributi delle molte discipline che ne fanno il loro oggetto (comprese quelle di tipo empirico, come la psicologia, o tecnologico, come l’intelligenza artificiale). Chi affronta il ragionamento da un punto di vista normativo per lo più sviluppa modelli astratti delle prestazioni inferenziali, che non tengono conto dei vincoli concreti cui sono sottoposti i soggetti reali. Tuttavia l’impostazione normativa e quella descrittiva non sono completamente scorrelate. Innanzi tutto, chi adotta il punto di vista descrittivo è tenuto ad analizzare e spiegare gli errori che le persone commettono. Ma questi errori possono essere identificati come tali solo sullo sfondo di una nozione normativa di correttezza. Per contro, in un contesto come, ad esempio, quello dell’intelligenza artificiale spesso non si è interessati tanto a fornire descrizioni empiricamente adeguate di come ragionano gli esseri umani, quanto piuttosto a sviluppare modelli di prestazioni inferenziali che «funzionino», che siano cioè corretti rispetto a certi standard, che costituiscono comunque un canone normativo. Ma per le esigenze dell’intelligenza artificiale, che deve sviluppare sistemi in grado di agire in condizioni reali, le astrazioni effettuate da chi assume un punto di vista normativo di tipo tradizionale sono di solito troppo forti. Spesso, pertanto, lo sviluppo di questi modelli di «razionalità limitata» prende le mosse da un lavoro di analisi delle prestazioni effettive di agenti reali.

Come ragioniamo

FRIXIONE, Marcello
2007-01-01

Abstract

Il ragionamento è l’oggetto di uno studio ampio e ramificato, su cui convergono i contributi di varie discipline. In prima approssimazione, il ragionamento può essere indagato da due punti di vista differenti. Se si studia il ragionamento da un punto di vista normativo, lo scopo è sviluppare canoni di correttezza, ossia modelli di come si dovrebbe ragionare. Se invece si adotta un punto di vista descrittivo, ci si prefigge di descrivere e spiegare come di fatto ragionano gli esseri umani, il che, come vedremo, si discosta molto spesso dalle prescrizioni sviluppate in ambito normativo. Scopo di questo libro è fornire una panoramica abbastanza ampia del tema del ragionamento. Considerazioni normative saranno affiancate da osservazioni di tipo descrittivo, nella convinzione che solo dall’interazione di entrambi i punti di vista possa scaturire una migliore comprensione del nostro oggetto di studio. Alla base di questa scelta è l’ipotesi che lo studio di un tema complesso come il ragionamento non possa essere condotto interamente «a priori», prescindendo cioè dai contributi delle molte discipline che ne fanno il loro oggetto (comprese quelle di tipo empirico, come la psicologia, o tecnologico, come l’intelligenza artificiale). Chi affronta il ragionamento da un punto di vista normativo per lo più sviluppa modelli astratti delle prestazioni inferenziali, che non tengono conto dei vincoli concreti cui sono sottoposti i soggetti reali. Tuttavia l’impostazione normativa e quella descrittiva non sono completamente scorrelate. Innanzi tutto, chi adotta il punto di vista descrittivo è tenuto ad analizzare e spiegare gli errori che le persone commettono. Ma questi errori possono essere identificati come tali solo sullo sfondo di una nozione normativa di correttezza. Per contro, in un contesto come, ad esempio, quello dell’intelligenza artificiale spesso non si è interessati tanto a fornire descrizioni empiricamente adeguate di come ragionano gli esseri umani, quanto piuttosto a sviluppare modelli di prestazioni inferenziali che «funzionino», che siano cioè corretti rispetto a certi standard, che costituiscono comunque un canone normativo. Ma per le esigenze dell’intelligenza artificiale, che deve sviluppare sistemi in grado di agire in condizioni reali, le astrazioni effettuate da chi assume un punto di vista normativo di tipo tradizionale sono di solito troppo forti. Spesso, pertanto, lo sviluppo di questi modelli di «razionalità limitata» prende le mosse da un lavoro di analisi delle prestazioni effettive di agenti reali.
2007
9788842083122
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1737428
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