Il documentato lavoro trova il suo elemento centrale nella riflessione sui rapporti tra il progressivo definirsi dell’autorità statuale e i processi di trasformazione economica; un tema estremamente complesso e con il quale il dibattito critico si è da tempo cimentato, producendo una vasta ed importante mole di contributi. Il volume muove proprio dall’analisi di questa bibliografia, sottolineandone i meriti acquisiti ma anche le ancora evidenti carenze che risultano tanto più significative se il campo di osservazione si sposta in direzione delle cosiddette tigri asiatiche, realtà dove la solidità dei progressi economici è stata duramente incrinata dalla recente crisi finanziaria del 1997 e dove le istituzioni statuali hanno dovuto fare i conti, storicamente, con condizioni culturali, etniche e religiose decisamente particolari. I tre casi scelti, Singapore, Tailandia ed Indonesia, sono appunto utilizzati nello sforzo di chiarire i termini di una relazione molto articolata e per valutare, più in generale, la capacità di tenuta dei paradigmi interpretativi finora concepiti. Non si tratta quindi di una ricostruzione mossa soltanto dagli effetti dello shock finanziario, bensì di un’indagine ad ampio raggio nella quale il contesto contemporaneo si colloca in valutazioni di vasto respiro, risultando rispetto ad esse un’importante variabile, non in grado però di qualificare la ragion d’essere dall’intera area del Sud-Est Asiatico. Il paradigma interpretativo che lega sviluppo economico e Stato sembra non reggere perché con l’allargamento mondiale dei mercati, con la liberalizzazione dei flussi di capitale, con la globalizzazione, l’unico elemento di vera stabilità per la capacità di tenuta di un paese è la sua credibilità in termini finanziari ed economici che lo rendono appetibile per gli investitori, grandi e piccoli. Sotto tale luce occorre qualificare i processi di gestazione delle forme di potere, anche di quelle istituzionali, non più con riferimento a precise politiche industriali interne o a meccanismi formali, ma a dinamiche planetarie rispetto alle quali Stati e stadi di democratizzazione hanno uno spazio residuale.

Le “tigri” asiatiche. Singapore, Thailandia ed Indonesia tra crescita ed evoluzione. Analisi comparativa sui sistemi politici ed economici dei paesi del Sud-Est Asiatico

D'AURIA, Chiara
2005-01-01

Abstract

Il documentato lavoro trova il suo elemento centrale nella riflessione sui rapporti tra il progressivo definirsi dell’autorità statuale e i processi di trasformazione economica; un tema estremamente complesso e con il quale il dibattito critico si è da tempo cimentato, producendo una vasta ed importante mole di contributi. Il volume muove proprio dall’analisi di questa bibliografia, sottolineandone i meriti acquisiti ma anche le ancora evidenti carenze che risultano tanto più significative se il campo di osservazione si sposta in direzione delle cosiddette tigri asiatiche, realtà dove la solidità dei progressi economici è stata duramente incrinata dalla recente crisi finanziaria del 1997 e dove le istituzioni statuali hanno dovuto fare i conti, storicamente, con condizioni culturali, etniche e religiose decisamente particolari. I tre casi scelti, Singapore, Tailandia ed Indonesia, sono appunto utilizzati nello sforzo di chiarire i termini di una relazione molto articolata e per valutare, più in generale, la capacità di tenuta dei paradigmi interpretativi finora concepiti. Non si tratta quindi di una ricostruzione mossa soltanto dagli effetti dello shock finanziario, bensì di un’indagine ad ampio raggio nella quale il contesto contemporaneo si colloca in valutazioni di vasto respiro, risultando rispetto ad esse un’importante variabile, non in grado però di qualificare la ragion d’essere dall’intera area del Sud-Est Asiatico. Il paradigma interpretativo che lega sviluppo economico e Stato sembra non reggere perché con l’allargamento mondiale dei mercati, con la liberalizzazione dei flussi di capitale, con la globalizzazione, l’unico elemento di vera stabilità per la capacità di tenuta di un paese è la sua credibilità in termini finanziari ed economici che lo rendono appetibile per gli investitori, grandi e piccoli. Sotto tale luce occorre qualificare i processi di gestazione delle forme di potere, anche di quelle istituzionali, non più con riferimento a precise politiche industriali interne o a meccanismi formali, ma a dinamiche planetarie rispetto alle quali Stati e stadi di democratizzazione hanno uno spazio residuale.
2005
9788878530393
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