La transizione verso la sostenibilità dei processi di produzione e di consumo ha imposto la necessità di ridurre tale frammentazione e di creare un quadro armonico di riferimento per una nuova politica volta alla realizzazione di nuovi stili di produzione e di consumo, una politica definibile “di terza generazione”. Sul finire degli anni Novanta, infatti, l’evoluzione dell’ambiente economico, ha evidenziato alcuni elementi innovativi che hanno comportato per le imprese sfide urgenti e sempre più impegnative. La globalizzazione dei mercati, con il progressivo abbattimento degli ostacoli agli scambi internazionali, e l’emergere di fenomeni di standardizzazione dei modelli di produzione e di consumo hanno costituito lo scenario nell’ambito del quale sono prepotentemente maturate nuove istanze, connotate da elementi più articolati e complessi, riconducibili in senso lato alla sfera delle esigenze di natura etica e sociale. Il mondo della produzione e quello dei consumi sono stati, dunque, chiamati a contribuire alla realizzazione di una sostenibilità più ampia, i cui obiettivi hanno travalicato quelli che avevano caratterizzato i decenni precedenti. La sostenibilità auspicata oggi contempla l’assunzione da parte delle imprese di precise responsabilità morali basate su principi etici socialmente condivisi e da parte dei cittadini consumatori di stili di vita più responsabili [6]. Il presente lavoro si pone l’obiettivo di analizzare il percorso delle articolate dinamiche che stanno favorendo l’affermazione di una business community più impegnata nella costruzione della sostenibilità (sustainability building) - nella triplice dimensione economica, ambientale e sociale - e il contributo che la futura norma ISO 26000 sulla Responsabilità Sociale delle Organizzazioni (RSO) potrà offrire al raggiungimento di tale ambizioso traguardo.
La norma ISO 26000: uno strumento per la sustainability building”, Energia, Ambiente e Innovazione
PROTO, Maria
2008-01-01
Abstract
La transizione verso la sostenibilità dei processi di produzione e di consumo ha imposto la necessità di ridurre tale frammentazione e di creare un quadro armonico di riferimento per una nuova politica volta alla realizzazione di nuovi stili di produzione e di consumo, una politica definibile “di terza generazione”. Sul finire degli anni Novanta, infatti, l’evoluzione dell’ambiente economico, ha evidenziato alcuni elementi innovativi che hanno comportato per le imprese sfide urgenti e sempre più impegnative. La globalizzazione dei mercati, con il progressivo abbattimento degli ostacoli agli scambi internazionali, e l’emergere di fenomeni di standardizzazione dei modelli di produzione e di consumo hanno costituito lo scenario nell’ambito del quale sono prepotentemente maturate nuove istanze, connotate da elementi più articolati e complessi, riconducibili in senso lato alla sfera delle esigenze di natura etica e sociale. Il mondo della produzione e quello dei consumi sono stati, dunque, chiamati a contribuire alla realizzazione di una sostenibilità più ampia, i cui obiettivi hanno travalicato quelli che avevano caratterizzato i decenni precedenti. La sostenibilità auspicata oggi contempla l’assunzione da parte delle imprese di precise responsabilità morali basate su principi etici socialmente condivisi e da parte dei cittadini consumatori di stili di vita più responsabili [6]. Il presente lavoro si pone l’obiettivo di analizzare il percorso delle articolate dinamiche che stanno favorendo l’affermazione di una business community più impegnata nella costruzione della sostenibilità (sustainability building) - nella triplice dimensione economica, ambientale e sociale - e il contributo che la futura norma ISO 26000 sulla Responsabilità Sociale delle Organizzazioni (RSO) potrà offrire al raggiungimento di tale ambizioso traguardo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.