L’idea di una ricerca sulle forme dialogiche e disseminative della comunicazione in internet nasce dalle riflessioni di J.D. Peters sui due grandi idealtipi del dialogo e della disseminazione: il primo implica la reciprocità comunicativa, l’obbligatorietà etica di una risposta; il secondo la gratuità espressiva di una comunicazione non orientata al destinatario. In Internet la comunicazione one to one convive con forme comunicative di tipo broadcast, testimoniando la presenza sia del dialogo che della disseminazione. Analizzare le possibili ibridazioni tra forme dialogiche e disseminative della comunicazione in ambienti digitali può consentire di leggere in una nuova prospettiva l’abitare telematico degli heavy users. Seguendo il paradigma dell’etnografia connettiva, che rende conto della profonda e ormai strutturale integrazione tra mondi on line e off line, il testo tenta di intercettare tra nord e sud Italia, tra metropoli e città di provincia, le modalità sempre più performative di comunicazione, socializzazione ed identizzazione dei giovani negli ambienti digitali, tessendo le trame che compongono la rete del nostro Occidente telematico. “Etnografie della rete” è una ricerca sulle modalità di interazione che giovani heavy user di internet intrattengono in ambienti virtuali come blog, chat e MUD (multi user dungeon). Diana Salzano ha condotto una serie di focus group a gruppi di studenti tra i 14 e i 24 anni suddivisi tra scuole superiori e università, tra nord e sud Italia, tra metropoli e città di provincia (nello specifico Napoli, Avellino, Milano e Brescia). Il tutto per verificare come e in quali circostanze, a partire dalle riflessioni di J.D. Peters sulle forme dialogiche e disseminative della comunicazione in rete, possano convivere forme di comunicazione one-to-one assieme a forme di tipo broadcast, facendo luce su temi quali la costruzione identitaria e la socializzazione in ambienti online. Lo studio si configura come una sorta di diario di bordo del giovane esploratore telematico e individua modalità di identizzazione, socializzazione e comunicazione online riconoscibili nelle principali teorie dei Cultural Studies e della Comunicazione, a partire dalle basi conoscitive della CMC – Computer Mediated Communication fino ad arrivare alle logiche dell’etnografia connettiva della Hine. Le pratiche di produzione di senso della diffused audience (pubblico in cui qualunque attività si qualifica come attività performativa) e i fenomeni di mediattivismo (audience di prosumers) sono così indagati integrando contesti sociali online e offline. I risultati dello studio portano a delineare tempi e modi di utilizzo della rete da parte di questi attori sociali e analizzare 13 macroaree semantiche alla luce del paradigma petersiano: dai parametri di comunicazione sender oriented vs receiver oriented, a quelli di una comunicazione focalizzata sul messaggio o orientata alla relazioni, di una comunicazione monomediale o multimediale, monosemica o polisemica, fino alla percezione di eventuali differenze nel modo di comunicare tra nord e sud Italia, tra metropoli e città. L’analisi delinea pratiche di comunicazione quali modi divergenti di accesso a contenuti sempre più convergenti (Jenkins), dove il multitasking si innalza a pratica necessaria per poter navigare in una molteplicità di stimoli e focalizzare una maggiore attenzionalità solo laddove questi stimoli si mostrino più significativi. I giovani, coinvolti nei focus group, sono i surfers più intraprendenti e si configurano termometro di questo cambiamento.
Etnografie della rete. Pratiche comunicative tra on line e off line
SALZANO, Diana
2008-01-01
Abstract
L’idea di una ricerca sulle forme dialogiche e disseminative della comunicazione in internet nasce dalle riflessioni di J.D. Peters sui due grandi idealtipi del dialogo e della disseminazione: il primo implica la reciprocità comunicativa, l’obbligatorietà etica di una risposta; il secondo la gratuità espressiva di una comunicazione non orientata al destinatario. In Internet la comunicazione one to one convive con forme comunicative di tipo broadcast, testimoniando la presenza sia del dialogo che della disseminazione. Analizzare le possibili ibridazioni tra forme dialogiche e disseminative della comunicazione in ambienti digitali può consentire di leggere in una nuova prospettiva l’abitare telematico degli heavy users. Seguendo il paradigma dell’etnografia connettiva, che rende conto della profonda e ormai strutturale integrazione tra mondi on line e off line, il testo tenta di intercettare tra nord e sud Italia, tra metropoli e città di provincia, le modalità sempre più performative di comunicazione, socializzazione ed identizzazione dei giovani negli ambienti digitali, tessendo le trame che compongono la rete del nostro Occidente telematico. “Etnografie della rete” è una ricerca sulle modalità di interazione che giovani heavy user di internet intrattengono in ambienti virtuali come blog, chat e MUD (multi user dungeon). Diana Salzano ha condotto una serie di focus group a gruppi di studenti tra i 14 e i 24 anni suddivisi tra scuole superiori e università, tra nord e sud Italia, tra metropoli e città di provincia (nello specifico Napoli, Avellino, Milano e Brescia). Il tutto per verificare come e in quali circostanze, a partire dalle riflessioni di J.D. Peters sulle forme dialogiche e disseminative della comunicazione in rete, possano convivere forme di comunicazione one-to-one assieme a forme di tipo broadcast, facendo luce su temi quali la costruzione identitaria e la socializzazione in ambienti online. Lo studio si configura come una sorta di diario di bordo del giovane esploratore telematico e individua modalità di identizzazione, socializzazione e comunicazione online riconoscibili nelle principali teorie dei Cultural Studies e della Comunicazione, a partire dalle basi conoscitive della CMC – Computer Mediated Communication fino ad arrivare alle logiche dell’etnografia connettiva della Hine. Le pratiche di produzione di senso della diffused audience (pubblico in cui qualunque attività si qualifica come attività performativa) e i fenomeni di mediattivismo (audience di prosumers) sono così indagati integrando contesti sociali online e offline. I risultati dello studio portano a delineare tempi e modi di utilizzo della rete da parte di questi attori sociali e analizzare 13 macroaree semantiche alla luce del paradigma petersiano: dai parametri di comunicazione sender oriented vs receiver oriented, a quelli di una comunicazione focalizzata sul messaggio o orientata alla relazioni, di una comunicazione monomediale o multimediale, monosemica o polisemica, fino alla percezione di eventuali differenze nel modo di comunicare tra nord e sud Italia, tra metropoli e città. L’analisi delinea pratiche di comunicazione quali modi divergenti di accesso a contenuti sempre più convergenti (Jenkins), dove il multitasking si innalza a pratica necessaria per poter navigare in una molteplicità di stimoli e focalizzare una maggiore attenzionalità solo laddove questi stimoli si mostrino più significativi. I giovani, coinvolti nei focus group, sono i surfers più intraprendenti e si configurano termometro di questo cambiamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.