Il contributo di cui questo saggio costituisce la prima parte si propone di seguire gli studi vichiani di Garin per individuarne i caratteri e gli apporti nel vivo di diverse stagioni della cultura storico-filosofica italiana, nelle quali la diversità degli approcci a Vico appare emblematica di diverse concezioni della stessa filosofia, oltre che del lavoro storiografico. L’esame delle prime indagini di Garin su Vico e sulla cultura europea, italiana e meridionale del suo tempo comprovano che questi non fu un suo “autore” particolarmente prediletto (peraltro conformemente alle attitudini di uno studioso che non era disposto a prediligere grandi e isolate figure di pensiero), ma piuttosto oggetto di un interesse significativo e fecondo, specialmente da un punto di vista metodologico. In particolare Vico e la cultura meridionale tra Seicento e Settecento furono un campo di studio assai idoneo a fare emergere fin da principio la distanza maturata da Garin nei confronti: delle ricostruzioni speculative e genealogiche della storiografia neoidealistica; delle ambigue concezioni dei rapporti tra filosofia e cultura che le sostenevano; delle interpretazioni del pensiero vichiano in una chiave pesantemente immanentistica.
Gli studi vichiani di Eugenio Garin
NUZZO, Enrico
2008
Abstract
Il contributo di cui questo saggio costituisce la prima parte si propone di seguire gli studi vichiani di Garin per individuarne i caratteri e gli apporti nel vivo di diverse stagioni della cultura storico-filosofica italiana, nelle quali la diversità degli approcci a Vico appare emblematica di diverse concezioni della stessa filosofia, oltre che del lavoro storiografico. L’esame delle prime indagini di Garin su Vico e sulla cultura europea, italiana e meridionale del suo tempo comprovano che questi non fu un suo “autore” particolarmente prediletto (peraltro conformemente alle attitudini di uno studioso che non era disposto a prediligere grandi e isolate figure di pensiero), ma piuttosto oggetto di un interesse significativo e fecondo, specialmente da un punto di vista metodologico. In particolare Vico e la cultura meridionale tra Seicento e Settecento furono un campo di studio assai idoneo a fare emergere fin da principio la distanza maturata da Garin nei confronti: delle ricostruzioni speculative e genealogiche della storiografia neoidealistica; delle ambigue concezioni dei rapporti tra filosofia e cultura che le sostenevano; delle interpretazioni del pensiero vichiano in una chiave pesantemente immanentistica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.