Con l’analisi del primo, grande “romanzo” della cultura occidentale, l’Odissea, il lavoro monografico libera la multiforme figura del protagonista, Odisseo-Ulisse , dai sedimenti di una plurisecolare patina esegetica e la restituisce in una rinnovata dimensione ermeneutica all’inquieta coscienza moderna. La struttura letteraria e storico-filologica del contributo critico – anche attraverso il taglio comparatistico, in cui l’orizzonte omerico si estende alle letterature europee – è sostenuta da rigore argomentativo, che evita la mera catalogazione della presenza del mito odisseico nella cultura contemporanea e ne esalta, invece, le interagenze con gli snodi fondamentali del poema, collegandole per analogie tematiche e non secondo una lineare scansione cronologica. Nella prima parte del volume, «Verso la dolce patria» (Od. IX 34-35), attraverso la rilettura dell’“ultimo viaggio” di Ulisse nel canto XXVI dell’Inferno dantesco – e del recupero fattone dal Tasso (in rapporto all’impresa di Cristoforo Colombo) nella Liberata –, si rintraccia il mitico eroe nella poesia di Foscolo e nello Zibaldone di Leopardi, nei Conviviali di Pascoli e nella Maia dannunziana, in alcune liriche di Saba, Ungaretti, Quasimodo, Zanzotto. Si ritrovano inoltre alcuni celebri personaggi del poema, soggetti a infinite metamorfosi, nelle opere di Tomasi di Lampedusa, di D’Arrigo, della Corti, di Malerba; si estende, infine, il campo dell’indagine alla letteratura greca (Euripide), latina (Virgilio, Orazio, Ovidio, Seneca), inglese (Shakespeare) e alla modernità letteraria europea (Tennyson, Pound, Eliot, Joyce, Giraudoux). Nel passaggio dal mito alla storia (seconda parte del libro) la ribalta è occupata dalla Grecia moderna in due momenti cruciali del suo tormentato cammino verso l’indipendenza nazionale: si affronta in maniera organica la riflessione foscoliana sullo stato politico delle Isole Ionie, soggette al protettorato britannico, sulla possibilità di istituirvi scuole e università, sulle eventuali modifiche da proporre per eliminare le clausole restrittive previste dalla Carta costituzionale, ma soprattutto sulla tragica sorte della comunità di Parga, che commosse opinione pubblica, artisti, intellettuali di tutta l’Europa. Gli scritti sono quasi tutti in lingua inglese, non solo il saggio incompiuto sulla storia di Parga, ma anche il più noto articolo, On Parga, pubblicato sull’«Edinburgh Review» di tendenza whig e legata, attraverso il suo direttore, Francis Jeffrey, al circolo politico di Lord Holland, che accolse il poeta esule nella sua prestigiosa House. Attraverso il confronto con i manoscritti conservati nella Biblioteca Labronica di Livorno, con altre opere, in particolare, l’Account e la Lettera apologetica, con la storiografia, l’attività parlamentare e giornalistica inglese, si delinea il profilo essenziale del pensiero politico foscoliano, in una fase di assoluta maturità, che consiste essenzialmente nel collegare le drammatiche vicende della Repubblica Napoletana del 1799 alla tragica sorte di Parga nel 1819 e allusivamente ai moti insurrezionali del 1821. Sulla questione ellenica ritorna Nievo nella seconda parte delle Confessioni d’un Italiano, dedicandola alle lotte per l’indipendenza greca, storiograficamente attingendo all’opera di Cesare Cantù, ma inserendone gli eventi all’interno del percorso diegetico, fino a costruire un vero e proprio “romanzo greco” all’interno dell’ ampia struttura narrativa. Le pagine finali dello studio monografico non solo propongono il confronto testuale continuo con la fonte storica, facendo emergere i prelievi dell’autore e la sua disinvolta capacità inventiva, che ribalta gli scrupoli storiografici del Manzoni, ma inseriscono il romanzo anche nel contesto del pensiero politico preunitario e ne interpretano la rilevante componente ellenica in chiave risorgimentale italiana.

Sotto il segno di Athena. L'Ellade eroica tra mito e storia nella letteratura italiana

GIULIO, Rosa
2008-01-01

Abstract

Con l’analisi del primo, grande “romanzo” della cultura occidentale, l’Odissea, il lavoro monografico libera la multiforme figura del protagonista, Odisseo-Ulisse , dai sedimenti di una plurisecolare patina esegetica e la restituisce in una rinnovata dimensione ermeneutica all’inquieta coscienza moderna. La struttura letteraria e storico-filologica del contributo critico – anche attraverso il taglio comparatistico, in cui l’orizzonte omerico si estende alle letterature europee – è sostenuta da rigore argomentativo, che evita la mera catalogazione della presenza del mito odisseico nella cultura contemporanea e ne esalta, invece, le interagenze con gli snodi fondamentali del poema, collegandole per analogie tematiche e non secondo una lineare scansione cronologica. Nella prima parte del volume, «Verso la dolce patria» (Od. IX 34-35), attraverso la rilettura dell’“ultimo viaggio” di Ulisse nel canto XXVI dell’Inferno dantesco – e del recupero fattone dal Tasso (in rapporto all’impresa di Cristoforo Colombo) nella Liberata –, si rintraccia il mitico eroe nella poesia di Foscolo e nello Zibaldone di Leopardi, nei Conviviali di Pascoli e nella Maia dannunziana, in alcune liriche di Saba, Ungaretti, Quasimodo, Zanzotto. Si ritrovano inoltre alcuni celebri personaggi del poema, soggetti a infinite metamorfosi, nelle opere di Tomasi di Lampedusa, di D’Arrigo, della Corti, di Malerba; si estende, infine, il campo dell’indagine alla letteratura greca (Euripide), latina (Virgilio, Orazio, Ovidio, Seneca), inglese (Shakespeare) e alla modernità letteraria europea (Tennyson, Pound, Eliot, Joyce, Giraudoux). Nel passaggio dal mito alla storia (seconda parte del libro) la ribalta è occupata dalla Grecia moderna in due momenti cruciali del suo tormentato cammino verso l’indipendenza nazionale: si affronta in maniera organica la riflessione foscoliana sullo stato politico delle Isole Ionie, soggette al protettorato britannico, sulla possibilità di istituirvi scuole e università, sulle eventuali modifiche da proporre per eliminare le clausole restrittive previste dalla Carta costituzionale, ma soprattutto sulla tragica sorte della comunità di Parga, che commosse opinione pubblica, artisti, intellettuali di tutta l’Europa. Gli scritti sono quasi tutti in lingua inglese, non solo il saggio incompiuto sulla storia di Parga, ma anche il più noto articolo, On Parga, pubblicato sull’«Edinburgh Review» di tendenza whig e legata, attraverso il suo direttore, Francis Jeffrey, al circolo politico di Lord Holland, che accolse il poeta esule nella sua prestigiosa House. Attraverso il confronto con i manoscritti conservati nella Biblioteca Labronica di Livorno, con altre opere, in particolare, l’Account e la Lettera apologetica, con la storiografia, l’attività parlamentare e giornalistica inglese, si delinea il profilo essenziale del pensiero politico foscoliano, in una fase di assoluta maturità, che consiste essenzialmente nel collegare le drammatiche vicende della Repubblica Napoletana del 1799 alla tragica sorte di Parga nel 1819 e allusivamente ai moti insurrezionali del 1821. Sulla questione ellenica ritorna Nievo nella seconda parte delle Confessioni d’un Italiano, dedicandola alle lotte per l’indipendenza greca, storiograficamente attingendo all’opera di Cesare Cantù, ma inserendone gli eventi all’interno del percorso diegetico, fino a costruire un vero e proprio “romanzo greco” all’interno dell’ ampia struttura narrativa. Le pagine finali dello studio monografico non solo propongono il confronto testuale continuo con la fonte storica, facendo emergere i prelievi dell’autore e la sua disinvolta capacità inventiva, che ribalta gli scrupoli storiografici del Manzoni, ma inseriscono il romanzo anche nel contesto del pensiero politico preunitario e ne interpretano la rilevante componente ellenica in chiave risorgimentale italiana.
2008
9788895154541
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1868224
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