ITALIANO Il fenomeno dell'Architettura portoghese non può essere compreso se non si prende in considerazione la complessa realtà di un Paese che, in poco più di trent'anni, ha subito trasformazioni politiche, economiche, sociali e culturali di una forza ed intensità senza eguali. Una concentrazione, in un tempo e in uno spazio relativamente limitati, di rinnovamenti politici, di energie, di impegni, di aperture ad altre realtà continentali e straniere. Una realtà difficile da comprendere nella sua storia ed essenza per noi europei, per i quali dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, è come se tutto fosse nella norma o dovuto, dalle politiche statali all'organizzazione sociale, dal funzionamento dei servizi al rapporto con i cittadini. L'Europa ha conosciuto un diffuso e crescente benessere per oltre 60 anni. Il Portogallo invece è stato vittima dell'oscurantismo isolazionista per volere del regime dittatoriale di Antonio Oliveira Salazar e solo con la "Rivoluzione dei Garofani", il colpo di stato del 25 aprile del 1974, è stato restituito ad una stagione nuova. Il piano straordinario di edilizia residenziale pubblica, varato per far fronte al drammatico problema della casa, dà inizio ad una fase di grandi opportunità per gli architetti e per tutti gli operatori nel campo dell'edilizia. Furono costruiti migliaia di alloggi per i ceti meno abbienti. Ruolo fondamentale nell'architettura portoghese viene svolto da Fernando Távora, figura di riferimento per la critica nei confronti della sofisticata ortodossia modernista e contemporaneamente contro l'eclettismo accademico, intorno a quale viene a crearsi un'identità di pensiero, un gruppo culturalmente unito conosciuto come "la Scuola di Porto". La Scuola è per un'architettura sobriamente moderna sganciata dalle ideologie, criticamente avanzata, legata al contesto, rispondente alla topografia del luogo, sensibile alla luce e fondata sulle risorse (forme, caratteri, materiali, genius loci) della regione, il "Regionalismo Critico" come definito da Kenneth Frampton. La Scuola di Porto, oltre Alvaro Siza vede coinvolta e impegnata anche la generazione successiva che annovera tra i maggiori esponenti Adalberto Dias, Maria de Graca Nieto, José Manuel Soares, Eduardo Souto de Moura. Tra la fine degli anni '80 e i primi degli anni '90, l'ingresso de Portogallo nell'Unione Europea (1986) darà un nuovo impulso all'economia, favorendo lo sviluppo del territorio con grandi trasformazioni. L'EXPO 1998, costituisce ulteriore occasione per una attività progettuale che si manifesta con veri e propri capolavori ampiamente noti. Ciò che emerge da una lettura complessiva dell'architettura portoghese sono alcune costanti quali: la riduzione linguistica, l'uso sobrio discreto ed essenziale dei materiali locali, l'adattamento formale all'ambiente sia naturale che costruito, l'articolazione delle piante su base prospettica. Nonostante ad oggi i cambiamenti siano evidenti in un mestiere come quello di architetto diventato professione, con i piccoli studi trasformati in associazioni internazionali, tutti questi caratteri sono ancora presenti nell'architettura portoghese. La selezione di opere pubblicate testimonia anche come la nuova generazione sia impegnata a rinnovare l'imponente bagaglio di esperienze tramandato dai Maestri. INGLESE/ENGLISH The Portuguese Architecture phenomenon cannot be understood if one does not consider the complex situation of a country that in less than thirty years has undergone unheard-of political, economic, social and cultural transformations: in such a short lapse of time a concentration of political change, of new energy, of looking beyond boundaries. A situation hard to understand in its history and essence even for us Europeans, for whom since the end of World War II all seems to be normal or owed, from State welfare policies and public services to relationship with citizens. Europe has now known growing wealth for over 60 years. Portugal has instead been a victim of isolationist obscurantism for Antonio Oliveira Salazar's dictatorship, and only after the "Carnation revolution", the coup d'état occurred on April 25, 1974, was it rescued to a new season. The extraordinary public housing plan, launched to face a dramatic housing shortage, triggered a phase of great opportunities for architects and all operators in the building industry. Thousands of dwellings were built for the needy. A fundamental figure in Portuguese architecture was Fernando Távora, reference to the sophisticated modern-orthodox critique and at the same time against academic eclecticism. Around him a new school of though, culturally united, was formed, better known as "the School of Porto". The School is for a soberly modern architecture, far from ideologies, critically advanced, tied to the context, responding to the topography of "place", sensible to light and founded on resources (forms, features, materials, genius loci) of the region, "Critical Regionalism", as defined by Kenneth Frampton. The School of Porto, besides Alvaro Siza, involves the following generation that has among its most representative members Adalberto Dias, Maria de Craca Nieto, José Manuel Soares, Eduardo Souto de Moura. Between the end of the'80s and the early'90s, the entrance of Portugal into the EU (1986) gave new impulse to economy, favouring land development through important transformations. EXPO 1998 was a further opportunity for design activities manifested through true works of art, broadly renown. What emerges from an overview on Portuguese Architecture are a few constants: linguistic reduction, sober and essential (not simplistic) use of local materials, formal adaptation to the environment, both natural and built, the articulation of plans on perspective base. Though today changes in practice are evident, with small ateliers transformed into international firms, all these characters remain in Portuguese architecture. The selection of the published works published shows how the new generation is involved in renovating the impressive heritage left by the Masters.

Architettura Portoghese

SICIGNANO, Enrico;
2009-01-01

Abstract

ITALIANO Il fenomeno dell'Architettura portoghese non può essere compreso se non si prende in considerazione la complessa realtà di un Paese che, in poco più di trent'anni, ha subito trasformazioni politiche, economiche, sociali e culturali di una forza ed intensità senza eguali. Una concentrazione, in un tempo e in uno spazio relativamente limitati, di rinnovamenti politici, di energie, di impegni, di aperture ad altre realtà continentali e straniere. Una realtà difficile da comprendere nella sua storia ed essenza per noi europei, per i quali dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, è come se tutto fosse nella norma o dovuto, dalle politiche statali all'organizzazione sociale, dal funzionamento dei servizi al rapporto con i cittadini. L'Europa ha conosciuto un diffuso e crescente benessere per oltre 60 anni. Il Portogallo invece è stato vittima dell'oscurantismo isolazionista per volere del regime dittatoriale di Antonio Oliveira Salazar e solo con la "Rivoluzione dei Garofani", il colpo di stato del 25 aprile del 1974, è stato restituito ad una stagione nuova. Il piano straordinario di edilizia residenziale pubblica, varato per far fronte al drammatico problema della casa, dà inizio ad una fase di grandi opportunità per gli architetti e per tutti gli operatori nel campo dell'edilizia. Furono costruiti migliaia di alloggi per i ceti meno abbienti. Ruolo fondamentale nell'architettura portoghese viene svolto da Fernando Távora, figura di riferimento per la critica nei confronti della sofisticata ortodossia modernista e contemporaneamente contro l'eclettismo accademico, intorno a quale viene a crearsi un'identità di pensiero, un gruppo culturalmente unito conosciuto come "la Scuola di Porto". La Scuola è per un'architettura sobriamente moderna sganciata dalle ideologie, criticamente avanzata, legata al contesto, rispondente alla topografia del luogo, sensibile alla luce e fondata sulle risorse (forme, caratteri, materiali, genius loci) della regione, il "Regionalismo Critico" come definito da Kenneth Frampton. La Scuola di Porto, oltre Alvaro Siza vede coinvolta e impegnata anche la generazione successiva che annovera tra i maggiori esponenti Adalberto Dias, Maria de Graca Nieto, José Manuel Soares, Eduardo Souto de Moura. Tra la fine degli anni '80 e i primi degli anni '90, l'ingresso de Portogallo nell'Unione Europea (1986) darà un nuovo impulso all'economia, favorendo lo sviluppo del territorio con grandi trasformazioni. L'EXPO 1998, costituisce ulteriore occasione per una attività progettuale che si manifesta con veri e propri capolavori ampiamente noti. Ciò che emerge da una lettura complessiva dell'architettura portoghese sono alcune costanti quali: la riduzione linguistica, l'uso sobrio discreto ed essenziale dei materiali locali, l'adattamento formale all'ambiente sia naturale che costruito, l'articolazione delle piante su base prospettica. Nonostante ad oggi i cambiamenti siano evidenti in un mestiere come quello di architetto diventato professione, con i piccoli studi trasformati in associazioni internazionali, tutti questi caratteri sono ancora presenti nell'architettura portoghese. La selezione di opere pubblicate testimonia anche come la nuova generazione sia impegnata a rinnovare l'imponente bagaglio di esperienze tramandato dai Maestri. INGLESE/ENGLISH The Portuguese Architecture phenomenon cannot be understood if one does not consider the complex situation of a country that in less than thirty years has undergone unheard-of political, economic, social and cultural transformations: in such a short lapse of time a concentration of political change, of new energy, of looking beyond boundaries. A situation hard to understand in its history and essence even for us Europeans, for whom since the end of World War II all seems to be normal or owed, from State welfare policies and public services to relationship with citizens. Europe has now known growing wealth for over 60 years. Portugal has instead been a victim of isolationist obscurantism for Antonio Oliveira Salazar's dictatorship, and only after the "Carnation revolution", the coup d'état occurred on April 25, 1974, was it rescued to a new season. The extraordinary public housing plan, launched to face a dramatic housing shortage, triggered a phase of great opportunities for architects and all operators in the building industry. Thousands of dwellings were built for the needy. A fundamental figure in Portuguese architecture was Fernando Távora, reference to the sophisticated modern-orthodox critique and at the same time against academic eclecticism. Around him a new school of though, culturally united, was formed, better known as "the School of Porto". The School is for a soberly modern architecture, far from ideologies, critically advanced, tied to the context, responding to the topography of "place", sensible to light and founded on resources (forms, features, materials, genius loci) of the region, "Critical Regionalism", as defined by Kenneth Frampton. The School of Porto, besides Alvaro Siza, involves the following generation that has among its most representative members Adalberto Dias, Maria de Craca Nieto, José Manuel Soares, Eduardo Souto de Moura. Between the end of the'80s and the early'90s, the entrance of Portugal into the EU (1986) gave new impulse to economy, favouring land development through important transformations. EXPO 1998 was a further opportunity for design activities manifested through true works of art, broadly renown. What emerges from an overview on Portuguese Architecture are a few constants: linguistic reduction, sober and essential (not simplistic) use of local materials, formal adaptation to the environment, both natural and built, the articulation of plans on perspective base. Though today changes in practice are evident, with small ateliers transformed into international firms, all these characters remain in Portuguese architecture. The selection of the published works published shows how the new generation is involved in renovating the impressive heritage left by the Masters.
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