Il lavoro presenta un approfondimento delle componenti teoriche e metodologiche dell’opera di Goffman e indica alcune prospettive applicative dell’approccio empirico dello studioso. Il primo capitolo presenta una ricognizione volta a ricostruire una mappa generale delle esperienze di studio che hanno contribuito alla costruzione della prospettiva goffmaniana. Ripercorrendo le zone più battute, si sono rintracciati i sentieri segnati dall’antropologia sociale, dalla sociologia urbana, dall’approccio etnografico e dall’interazionismo simbolico – all’interno della cornice della Scuola di Chicago; al tempo stesso, le radici durkheimiane e jamesiane; i più maturi percorsi indicati dalla fenomenologia, seguiti anche dalla ricerca etnometodologica, e infine i passaggi importanti attraversati nella sfera linguistica. Il secondo capitolo procede seguendo i passi che Goffman compie nella ricerca sul campo. La riflessione sul suo metodo e la ricognizione del suo apparato concettuale vengono proposte come strumenti di orientamento utili per l’osservazione sul campo. Nell’area della ricerca non-standard, egli ricorre a varie forme di osservazione, adottando un approccio etnografico “naturalista” e situazionale. Altro tratto distintivo generale del metodo di Goffman è la ricerca di ciò che contrasta le aspettative. Questa caratteristica si manifesta attraverso l’uso di schemi interpretativi, concetti o termini, in campi diversi da quelli a cui tipicamente appartengono (prospettiva delle incongruenze); mediante il ricorso al metodo a contrario, che permette di rilevare continue e reciproche incursioni tra manifestazioni di normalità e di devianza; nell’interesse ad includere nell’osservazione il caso estremo, contro intuitivo o inusuale; nella sensibilità per i segnali contraddittori trasmessi dagli attori, per le rotture dei rituali e per le trasformazioni delle chiavi interpretative degli eventi. Le riflessioni metodologiche si estendono, inoltre, alla possibilità di formulare generalizzazioni a partire dalle situazioni osservate: sostenendo la rivalutazione del sapere pre-assertorio per il contributo essenziale alla conoscenza scientifica, Goffman sottolinea l’importanza delle attività di concettualizzazione e di classificazione, dichiarando entrambe obiettivi cognitivi primari dei propri studi. Nella seconda parte del lavoro vengono presentate due esperienze di ricerca condotte seguendo l’approccio e l’apparato concettuale di Goffman. Entrambe hanno assunto come oggetto di studio situazioni di interazione nell’ambito dei fenomeni comunicativi di interesse pubblico: nel primo caso, l’attività di ricerca è stata realizzata nel corso di un laboratorio didattico focalizzato sull’interazione televisiva; la seconda analisi riguarda l’osservazione dell’interazione in un Ufficio per le Relazioni con il Pubblico.
Erving Goffman: formazione e percorsi di ricerca.
LEONE, Stefania
2009-01-01
Abstract
Il lavoro presenta un approfondimento delle componenti teoriche e metodologiche dell’opera di Goffman e indica alcune prospettive applicative dell’approccio empirico dello studioso. Il primo capitolo presenta una ricognizione volta a ricostruire una mappa generale delle esperienze di studio che hanno contribuito alla costruzione della prospettiva goffmaniana. Ripercorrendo le zone più battute, si sono rintracciati i sentieri segnati dall’antropologia sociale, dalla sociologia urbana, dall’approccio etnografico e dall’interazionismo simbolico – all’interno della cornice della Scuola di Chicago; al tempo stesso, le radici durkheimiane e jamesiane; i più maturi percorsi indicati dalla fenomenologia, seguiti anche dalla ricerca etnometodologica, e infine i passaggi importanti attraversati nella sfera linguistica. Il secondo capitolo procede seguendo i passi che Goffman compie nella ricerca sul campo. La riflessione sul suo metodo e la ricognizione del suo apparato concettuale vengono proposte come strumenti di orientamento utili per l’osservazione sul campo. Nell’area della ricerca non-standard, egli ricorre a varie forme di osservazione, adottando un approccio etnografico “naturalista” e situazionale. Altro tratto distintivo generale del metodo di Goffman è la ricerca di ciò che contrasta le aspettative. Questa caratteristica si manifesta attraverso l’uso di schemi interpretativi, concetti o termini, in campi diversi da quelli a cui tipicamente appartengono (prospettiva delle incongruenze); mediante il ricorso al metodo a contrario, che permette di rilevare continue e reciproche incursioni tra manifestazioni di normalità e di devianza; nell’interesse ad includere nell’osservazione il caso estremo, contro intuitivo o inusuale; nella sensibilità per i segnali contraddittori trasmessi dagli attori, per le rotture dei rituali e per le trasformazioni delle chiavi interpretative degli eventi. Le riflessioni metodologiche si estendono, inoltre, alla possibilità di formulare generalizzazioni a partire dalle situazioni osservate: sostenendo la rivalutazione del sapere pre-assertorio per il contributo essenziale alla conoscenza scientifica, Goffman sottolinea l’importanza delle attività di concettualizzazione e di classificazione, dichiarando entrambe obiettivi cognitivi primari dei propri studi. Nella seconda parte del lavoro vengono presentate due esperienze di ricerca condotte seguendo l’approccio e l’apparato concettuale di Goffman. Entrambe hanno assunto come oggetto di studio situazioni di interazione nell’ambito dei fenomeni comunicativi di interesse pubblico: nel primo caso, l’attività di ricerca è stata realizzata nel corso di un laboratorio didattico focalizzato sull’interazione televisiva; la seconda analisi riguarda l’osservazione dell’interazione in un Ufficio per le Relazioni con il Pubblico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.