La specificità del saggio risiede nel ritenere la didattica crocevia di elaborazione teorico-pratica di saperi disciplinari e di ambiti esperienziali, che, metaforicamente, vengono assunti come “tessere”, come “dòmini’” di un puzzle, di un mosaico. Un mosaico che non ha un’immagine, una prefigurazione compiuta e definitiva, ma che è esposto a continua ed incessante trasformazione e trasfigurazione. Concepire, infatti, il campo della didattica in tal senso, potrebbe scongiurare un duplice rischio: quello di intenderlo in una prospettiva sommativo-cumulativa che vede il proliferare di settori di indagine distinti e di sezioni operative specializzate ed autonome, che, pur rispondendo alle istanze di rigore, scientificità, sistematicità, corrono il pericolo di perdere di vista la “complessità” dell’oggetto della didattica; e, ancora, quello di intenderlo (il campo della didattica) come luogo di incursione di ricerche e indagini disciplinari epistemologicamente poco coerenti con i saperi della didattica. L’approccio privilegiato tenta una lettura dei fatti e degli eventi che vanno sotto il nome di “didattica”, intersecando un’indagine di tipo ecologico, che consente di non perdere di vista l’intrinseca relazionalità delle componenti oggettuali e metodologiche della ricerca didattica con un’indagine di tipo olistico, che consente di tenere continuamente presente nei processi di insegnamento e di apprendimento, le sollecitazioni educative e quelle didattiche, le esperienze di conoscenza e quelle di sviluppo, all’interno di una complessiva situazione esperienziale vissuta alla luce di espliciti propositi pedagogici. Si tratta, in sintesi ,di una lettura pedagogica della riflessione didattica e, al contempo di una riflessione pedagogica contemporanea operata con le lenti della didattica. Ciò perché si è convinti che non appare plausibile né la tesi di “parte” che la migliore pedagogia è la didattica, né la tesi, altrettanto di “parte”, che la migliore didattica è quella che assume, nei suoi vertici, il significato, lo stile, gli effetti di una “buona e solida pedagogia”. Non si tratta semplicemente di assumere la relazione pedagogia/didattica in termini di teoria/pratica, in termini, cioè, di “inveramento” della teoria pedagogica “calata” nel contesto operativo della didattica. Si tratta, in realtà, di leggere la sequenza/relazione disciplinare pedagogia/didattica o didattica/pedagogia in termini di un palindromo concettuale (si tratta, evidentemente, della forzatura di una figura retorica), che conduce fatalmente a forme di sconfinamento epistemologico di due diversi approcci di lettura dell’evento educativo.

Il puzzle della didattica.Paradigmi interpretativi della didattica contemporanea.Nuova edizione aggiornata

ATTINA', Marinella
2009-01-01

Abstract

La specificità del saggio risiede nel ritenere la didattica crocevia di elaborazione teorico-pratica di saperi disciplinari e di ambiti esperienziali, che, metaforicamente, vengono assunti come “tessere”, come “dòmini’” di un puzzle, di un mosaico. Un mosaico che non ha un’immagine, una prefigurazione compiuta e definitiva, ma che è esposto a continua ed incessante trasformazione e trasfigurazione. Concepire, infatti, il campo della didattica in tal senso, potrebbe scongiurare un duplice rischio: quello di intenderlo in una prospettiva sommativo-cumulativa che vede il proliferare di settori di indagine distinti e di sezioni operative specializzate ed autonome, che, pur rispondendo alle istanze di rigore, scientificità, sistematicità, corrono il pericolo di perdere di vista la “complessità” dell’oggetto della didattica; e, ancora, quello di intenderlo (il campo della didattica) come luogo di incursione di ricerche e indagini disciplinari epistemologicamente poco coerenti con i saperi della didattica. L’approccio privilegiato tenta una lettura dei fatti e degli eventi che vanno sotto il nome di “didattica”, intersecando un’indagine di tipo ecologico, che consente di non perdere di vista l’intrinseca relazionalità delle componenti oggettuali e metodologiche della ricerca didattica con un’indagine di tipo olistico, che consente di tenere continuamente presente nei processi di insegnamento e di apprendimento, le sollecitazioni educative e quelle didattiche, le esperienze di conoscenza e quelle di sviluppo, all’interno di una complessiva situazione esperienziale vissuta alla luce di espliciti propositi pedagogici. Si tratta, in sintesi ,di una lettura pedagogica della riflessione didattica e, al contempo di una riflessione pedagogica contemporanea operata con le lenti della didattica. Ciò perché si è convinti che non appare plausibile né la tesi di “parte” che la migliore pedagogia è la didattica, né la tesi, altrettanto di “parte”, che la migliore didattica è quella che assume, nei suoi vertici, il significato, lo stile, gli effetti di una “buona e solida pedagogia”. Non si tratta semplicemente di assumere la relazione pedagogia/didattica in termini di teoria/pratica, in termini, cioè, di “inveramento” della teoria pedagogica “calata” nel contesto operativo della didattica. Si tratta, in realtà, di leggere la sequenza/relazione disciplinare pedagogia/didattica o didattica/pedagogia in termini di un palindromo concettuale (si tratta, evidentemente, della forzatura di una figura retorica), che conduce fatalmente a forme di sconfinamento epistemologico di due diversi approcci di lettura dell’evento educativo.
2009
9788873465355
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