I venticinque anni dal dopoguerra alla metà degli anni Sessanta mutarono per sempre il volto dell'Italia e dell'Europa occidentale. Anche la sinistra europea fu chiamata a ridefinire la propria identità politica ed ideologica nel confronto con l’Età del’oro dello sviluppo industriale e con i grandi cambiamenti sociali che ne furono conseguenza. In Italia una parte della sinistra cercò di realizzare principalmente in due occasioni, tra il ‘45 e il ‘64, il progetto di un disegno riformista capace di renderla protagonista del governo del paese. Il percorso del pensiero riformista ha seguito l’arco cronologico che va dall’immediato dopoguerra all’esperienza del centro-sinistra al governo, individuando sostanzialmente due fasi distinte del percorso riformatore: una prima, che si aprì con la caduta del fascismo (non a caso il libro inizia con il ritorno di Nenni dall’esilio nell’agosto del ’43) e si chiuse nel 1947. La seconda fase, avviata nel 1956 - anno che «segnò una cesura storica nelle vicende della sinistra italiana offrendo al Psi una seconda occasione per assumere quel ruolo di grande forza della sinistra europea alla quale aveva abdicato nel 1947» [p.98] - si concluse sostanzialmente con l’esperienza del governo di centro-sinistra. “II Riformismo possibile” indaga questa storia, utilizzando una vasta documentazione archivistica, per capire se e come si formò una cultura di governo in una parte della sinistra italiana. La ricerca lascia sullo sfondo gli aspetti organizzativi, analizzando invece la relazione tra i partiti e il capitalismo italiano, pubblico e privato, con le sue principali istituzioni dalla Banca d’Italia all’ENI.

Il riformismo possibile. La grande stagione delle riforme: utopie, speranze, realtà (1945-1964)

PINTO, CARMINE
2008-01-01

Abstract

I venticinque anni dal dopoguerra alla metà degli anni Sessanta mutarono per sempre il volto dell'Italia e dell'Europa occidentale. Anche la sinistra europea fu chiamata a ridefinire la propria identità politica ed ideologica nel confronto con l’Età del’oro dello sviluppo industriale e con i grandi cambiamenti sociali che ne furono conseguenza. In Italia una parte della sinistra cercò di realizzare principalmente in due occasioni, tra il ‘45 e il ‘64, il progetto di un disegno riformista capace di renderla protagonista del governo del paese. Il percorso del pensiero riformista ha seguito l’arco cronologico che va dall’immediato dopoguerra all’esperienza del centro-sinistra al governo, individuando sostanzialmente due fasi distinte del percorso riformatore: una prima, che si aprì con la caduta del fascismo (non a caso il libro inizia con il ritorno di Nenni dall’esilio nell’agosto del ’43) e si chiuse nel 1947. La seconda fase, avviata nel 1956 - anno che «segnò una cesura storica nelle vicende della sinistra italiana offrendo al Psi una seconda occasione per assumere quel ruolo di grande forza della sinistra europea alla quale aveva abdicato nel 1947» [p.98] - si concluse sostanzialmente con l’esperienza del governo di centro-sinistra. “II Riformismo possibile” indaga questa storia, utilizzando una vasta documentazione archivistica, per capire se e come si formò una cultura di governo in una parte della sinistra italiana. La ricerca lascia sullo sfondo gli aspetti organizzativi, analizzando invece la relazione tra i partiti e il capitalismo italiano, pubblico e privato, con le sue principali istituzioni dalla Banca d’Italia all’ENI.
2008
9788849822403
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1996034
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