Il saggio intercetta gli orientamenti del diritto vivente che, in maniera sempre più "pervasiva", hanno èlevato il principio costituzionale della ragionevole durata del processo (art. 111 cost.) a criterio di interpretazione delle norme processuali, nel senso della loro finalizzazione all'efficienza ed alla "competitività" dei traffici e del mercato, e financo a criterio valutativo della costituzionalità delle dette norme processuali. In questo quadro, emerge come la Corte di Cassazione utilizzi il principio della ragionevole durata come strumento per il consolidamento di orientamenti pretori, ovvero, all'opposto, per il superamento di consolidati orientamenti pregressi, ma ritenuti non più costituzionalmente orientati (emblematico è il caso della rilettura, da parte della Cassazione, dell'art. 37 c.p.c., relativamente al rilievo officioso del difetto di giurisdizione). Secondo l'autore, siffatte applicazioni del principio di ragionevole durata impongono di valutare gli orientamenti nomofilattici più recenti alla luce dei principi costituzionali che presidiano il diritto di difesa, in specie con riferimento ai termini perentori del processo ed alla loro "congruità".

La ragionevole durata, l'applicazione della norma processuale e la rimessione in termini. "percorsi" per un processo d'inizio secolo

DE SANTIS, Francesco
2009-01-01

Abstract

Il saggio intercetta gli orientamenti del diritto vivente che, in maniera sempre più "pervasiva", hanno èlevato il principio costituzionale della ragionevole durata del processo (art. 111 cost.) a criterio di interpretazione delle norme processuali, nel senso della loro finalizzazione all'efficienza ed alla "competitività" dei traffici e del mercato, e financo a criterio valutativo della costituzionalità delle dette norme processuali. In questo quadro, emerge come la Corte di Cassazione utilizzi il principio della ragionevole durata come strumento per il consolidamento di orientamenti pretori, ovvero, all'opposto, per il superamento di consolidati orientamenti pregressi, ma ritenuti non più costituzionalmente orientati (emblematico è il caso della rilettura, da parte della Cassazione, dell'art. 37 c.p.c., relativamente al rilievo officioso del difetto di giurisdizione). Secondo l'autore, siffatte applicazioni del principio di ragionevole durata impongono di valutare gli orientamenti nomofilattici più recenti alla luce dei principi costituzionali che presidiano il diritto di difesa, in specie con riferimento ai termini perentori del processo ed alla loro "congruità".
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/2280282
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