Filippo FIMIANI, Une esthétique imperceptible, numéro monographique sous la direction de Jean-Noël Bret et Bernard Lafargue, Daniel Arasse ou la pensée jubilatoire de l’art, «Figures de l’art», 16/2009, pp. 180-200, ISSN: 1265-0692. (FRANCE) ABSTRACT. È nella curiositas che Arasse ha mostrato verso artisti contemporanei come Kiefer, Rothko e Paterson che, paradossalmente, si mostra chiaramente la sua estetica. Anche se tale estetica non è mai enunciata come tale, in concetti o nozioni filosofiche, la si può definire con Valéry “impercettibile”, ovvero composta da diverse attitudini e competenze: estetica e scienza dell’arte, filosofia e storia dell’arte, semiologia e stilistica, iconografia e iconologia, sono tutte convocata da Arasse per avvicinarsi il più possibile, quasi intimamente, al “niente” o al je ne sais quoi, alla “cosa” che costituisce il contenuto di ogni opera d’arte e delle immagini in generale e che ci fa sentire, parlare, scrivere. Siamo così doppiamente resi sensibili, tramite alcuni scritti di Arasse sull’arte contemporanea, a un autoritratto involontario del critico e dello storico dell’arte, ma anche allo stile singolare del nostro sguardo al visuale e alle arti visive.
Une esthétique imperceptible
FIMIANI, Filippo
2009
Abstract
Filippo FIMIANI, Une esthétique imperceptible, numéro monographique sous la direction de Jean-Noël Bret et Bernard Lafargue, Daniel Arasse ou la pensée jubilatoire de l’art, «Figures de l’art», 16/2009, pp. 180-200, ISSN: 1265-0692. (FRANCE) ABSTRACT. È nella curiositas che Arasse ha mostrato verso artisti contemporanei come Kiefer, Rothko e Paterson che, paradossalmente, si mostra chiaramente la sua estetica. Anche se tale estetica non è mai enunciata come tale, in concetti o nozioni filosofiche, la si può definire con Valéry “impercettibile”, ovvero composta da diverse attitudini e competenze: estetica e scienza dell’arte, filosofia e storia dell’arte, semiologia e stilistica, iconografia e iconologia, sono tutte convocata da Arasse per avvicinarsi il più possibile, quasi intimamente, al “niente” o al je ne sais quoi, alla “cosa” che costituisce il contenuto di ogni opera d’arte e delle immagini in generale e che ci fa sentire, parlare, scrivere. Siamo così doppiamente resi sensibili, tramite alcuni scritti di Arasse sull’arte contemporanea, a un autoritratto involontario del critico e dello storico dell’arte, ma anche allo stile singolare del nostro sguardo al visuale e alle arti visive.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.