Il saggio Il documentario tra mito stereotipi e realtà, ricostruisce per la prima volta come l’icona napoletana, proveniente da una storia secolare, sia riuscita a sopravvivere alla rivoluzione delle immagini in movimento e a rilanciarsi accettando i processi della modernizzazione, mantenendo inconfondibili le caratteristiche della sua specificità rispetto a qualsiasi realtà esterna. Basato sulle scarse fonti bibliografiche e sulla visione dei primi rudimentali “dal vero”, girati dagli operatori Lumière e dai documentaristi locali, abbraccia l’arco temporale che va da pochi mesi dopo la nascita del cinema (1895) alla Prima Guerra mondiale. Il cinema delle origini aveva accolto nell’alveo del nuovo strumento della comunicazione, il precipitato visivo e culturale di una lunga tradizione che aveva “rappresentato”, nella letteratura, nella pittura e infine nella fotografica, una immagine di una città unica al mondo. Il saggio fa parte di un volume, curato dal sottoscritto e con una prefazione di Pierre Sorlin, che è la prima tappa di una ricerca collettiva sul cinema in Campania. Per la prima volta l’analisi del cinema “napoletano” viene estesa ai piccoli centri della regione, mentre l’esame delle pellicole e le modalità della visione delle stesse, mira a cogliere, oltre che il senso dei racconti cinematografici, le implicazioni sociali e associative delle realtà locali dove il cinema cominciò ad attecchire tra l’Ottocento e i primi anni del Novecento.
Cinema e storia. Percorsi e immagini
IACCIO, Pasquale
2008
Abstract
Il saggio Il documentario tra mito stereotipi e realtà, ricostruisce per la prima volta come l’icona napoletana, proveniente da una storia secolare, sia riuscita a sopravvivere alla rivoluzione delle immagini in movimento e a rilanciarsi accettando i processi della modernizzazione, mantenendo inconfondibili le caratteristiche della sua specificità rispetto a qualsiasi realtà esterna. Basato sulle scarse fonti bibliografiche e sulla visione dei primi rudimentali “dal vero”, girati dagli operatori Lumière e dai documentaristi locali, abbraccia l’arco temporale che va da pochi mesi dopo la nascita del cinema (1895) alla Prima Guerra mondiale. Il cinema delle origini aveva accolto nell’alveo del nuovo strumento della comunicazione, il precipitato visivo e culturale di una lunga tradizione che aveva “rappresentato”, nella letteratura, nella pittura e infine nella fotografica, una immagine di una città unica al mondo. Il saggio fa parte di un volume, curato dal sottoscritto e con una prefazione di Pierre Sorlin, che è la prima tappa di una ricerca collettiva sul cinema in Campania. Per la prima volta l’analisi del cinema “napoletano” viene estesa ai piccoli centri della regione, mentre l’esame delle pellicole e le modalità della visione delle stesse, mira a cogliere, oltre che il senso dei racconti cinematografici, le implicazioni sociali e associative delle realtà locali dove il cinema cominciò ad attecchire tra l’Ottocento e i primi anni del Novecento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.