«Il grano sfamava il Regno, ma la lana pagava il conto». Questa immagine di John Marino per fotografa efficacemente la situazione del Tavoliere, il granaio del Regno. Caratteristica della storia di questa pianura, perciò, può essere considerata la lotta costante tra «pastori» e agricoltori, entrambi alla ricerca di spazi da ritagliarsi all’interno di un sistema strettamente organizzato e regolamentato. Il saggio analizza i tentativi di riforma della struttura della Dogana delle pecore di Foggia, una riforma divenuta necessaria a partire dai cambiamenti – evidenti a partire dal 1775 – delle ragioni di scambio tra grano e lana. Soprattutto agli occhi degli illuministi napoletani, per i quali era la chiara dimostrazione di quel vincolismo economico-giuridico da loro strenuamente combattuto. Una necessità, questa, avvertita anche dagli stessi Borboni e che rientra in un più generale processo riformistico per comprendere il quale è necessaria una prospettiva di lungo periodo: in altre parole, in questa sede il “riformismo“ borbonico è stato studiato con una periodizzazione lunga, che ha tenuto conto delle varie fasi economiche in cui è venuto operando e che, soprattutto, ha analizzato anche un periodo cruciale, ovvero quello della prima Restaurazione, solitamente messo un po’ da parte dalla storiografia.
La legge sulla Dogana tra prima Restaurazione borbonica e Decennio
D'ATRI, STEFANO
2007-01-01
Abstract
«Il grano sfamava il Regno, ma la lana pagava il conto». Questa immagine di John Marino per fotografa efficacemente la situazione del Tavoliere, il granaio del Regno. Caratteristica della storia di questa pianura, perciò, può essere considerata la lotta costante tra «pastori» e agricoltori, entrambi alla ricerca di spazi da ritagliarsi all’interno di un sistema strettamente organizzato e regolamentato. Il saggio analizza i tentativi di riforma della struttura della Dogana delle pecore di Foggia, una riforma divenuta necessaria a partire dai cambiamenti – evidenti a partire dal 1775 – delle ragioni di scambio tra grano e lana. Soprattutto agli occhi degli illuministi napoletani, per i quali era la chiara dimostrazione di quel vincolismo economico-giuridico da loro strenuamente combattuto. Una necessità, questa, avvertita anche dagli stessi Borboni e che rientra in un più generale processo riformistico per comprendere il quale è necessaria una prospettiva di lungo periodo: in altre parole, in questa sede il “riformismo“ borbonico è stato studiato con una periodizzazione lunga, che ha tenuto conto delle varie fasi economiche in cui è venuto operando e che, soprattutto, ha analizzato anche un periodo cruciale, ovvero quello della prima Restaurazione, solitamente messo un po’ da parte dalla storiografia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.