Il saggio rappresenta una versione aggiornata di un articolo uscito inizialmente con il titolo Olhares sobre a História Agrária em Itália, in «Ler Historia», 43 (2002), la più importante rivista di storia agraria portoghese e fa il punto sullo “stato dell’arte” della storia agraria in Italia. Una storia dove è sempre stato molto stretto il rapporto tra contesto socio-economico generale e ricerca. Il saggio analizza i cambiamenti intervenuti a partire dal dopoguerra, quando per anni la stretta vicinanza con la prassi politica aveva, in qualche modo, rinchiuso la storia agraria dentro quella vera e propria gabbia metodologica rappresentata dal tema dello sviluppo. Un importante momento di svolta è rappresentato da quello che Villani ha definito il passaggio, nella ricerca, «dai rapporti di proprietà all’analisi delle aziende e dei cicli produttivi» (Villani): sono gli anni ’70 ed iniziano ad esplodere le differenze (Nenci) . Nel corso degli anni Ottanta, poi, assistiamo anche alla ricomparsa di grandi temi che erano stati da sempre al centro degli interessi degli storici italiani e che, in questo clima rinnovato, vengono affrontati spesso con nuovi strumenti analitici, quando se non con veri e propri ribaltamenti d’ottica e di prospettiva. Sino ad arrivare a quel «mutare di sensibilità dello studioso verso i problemi che pone la storia delle nostre campagne» di cui parla Franco Cazzola: non solo si allargano gli orizzonti tematici, ma cambia lo stesso modo di vedere il mondo che ci circonda, come ben dimostrano i lavori di Piero Bevilacqua e della sua scuola.
La storia agraria in Italia: un bilancio storiografico
D'ATRI, STEFANO
2008
Abstract
Il saggio rappresenta una versione aggiornata di un articolo uscito inizialmente con il titolo Olhares sobre a História Agrária em Itália, in «Ler Historia», 43 (2002), la più importante rivista di storia agraria portoghese e fa il punto sullo “stato dell’arte” della storia agraria in Italia. Una storia dove è sempre stato molto stretto il rapporto tra contesto socio-economico generale e ricerca. Il saggio analizza i cambiamenti intervenuti a partire dal dopoguerra, quando per anni la stretta vicinanza con la prassi politica aveva, in qualche modo, rinchiuso la storia agraria dentro quella vera e propria gabbia metodologica rappresentata dal tema dello sviluppo. Un importante momento di svolta è rappresentato da quello che Villani ha definito il passaggio, nella ricerca, «dai rapporti di proprietà all’analisi delle aziende e dei cicli produttivi» (Villani): sono gli anni ’70 ed iniziano ad esplodere le differenze (Nenci) . Nel corso degli anni Ottanta, poi, assistiamo anche alla ricomparsa di grandi temi che erano stati da sempre al centro degli interessi degli storici italiani e che, in questo clima rinnovato, vengono affrontati spesso con nuovi strumenti analitici, quando se non con veri e propri ribaltamenti d’ottica e di prospettiva. Sino ad arrivare a quel «mutare di sensibilità dello studioso verso i problemi che pone la storia delle nostre campagne» di cui parla Franco Cazzola: non solo si allargano gli orizzonti tematici, ma cambia lo stesso modo di vedere il mondo che ci circonda, come ben dimostrano i lavori di Piero Bevilacqua e della sua scuola.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.