Aleksandr Tairov è stato uno dei più importanti teorici e registi teatrali russi del primo Novecento. Nato nel 1885, esordisce come attore sulle scene provinciali, confluendo poi nella compagnia del Dramatičeskij teatr di Vera Komissarževskaja sotto la guida di Mejerchol’d nella stagione 1906-1907. Partecipa così attivamente all’intensa attività sperimentale del Dramatičeskij e al contempo entra in contatto con il circolo dei simbolisti pietroburghesi, assimilandone le principali teorie. Dopo quella breve, ma significativa esperienza, Tairov offre le sue prime prove di regia nei teatri di provincia per approdare infine nel 1913 allo Svobodnyj di Kote Mardžanov, un teatro che aspira ad essere sintetico, ma che in realtà riesce a produrre semplicemente un’offerta spettacolare eclettica. Da qui la decisione di Tairov di fondare un vero teatro sintetico, non più un luogo in cui si affianchino meccanicamente registi e spettacoli di natura diversa, piuttosto un teatro che fonda organicamente tutti gli aspetti dell’arte scenica, di modo tale che gli elementi artificialmente separati della parola, del canto, della pantomima, della danza e perfino del circo, intrecciandosi fra loro armoniosamente diano come risultato un’unica monolitica opera teatrale. Nasce così nel 1914 il Kamernyj teatr. Dopo una prima fase ancora simbolista, in cui prevale l’elemento scenografico, nel 1916 Tairov realizza il primo allestimento autenticamente sintetico, Tamira il citaredo. Grazie alla scenografia tridimensionale di Aleksandra Ekster, potenziata con il sistema di illuminazione di Aleksandr Salzmann, il poliedrico artista che ha già collaborato con Adolphe Appia e Émile Jaques-Dalcroze ad Hellerau, Tairov forgia una nuova concezione dell’atmosfera scenica, armonizzando ogni elemento, la luce, il colore, la musica, il ritmo della dizione e del movimento, in uno spettacolo sinfonico. Negli anni successivi produce messe in scena radicalmente diverse fra loro come genere, La principessa Brambilla nel 1920 e Fedra nel 1922 fra le più significative, tenendo fede al suo proposito di articolare il repertorio fra i due poli opposti della tragedia e dell’arlecchinata. Questo volume ricostruisce per la prima volta in maniera complessiva la riflessione teorica e l’attività sperimentale di Tairov, dalle prime regie del 1907 fino al 1922, anno della messa in scena della Fedra, individuando in tale spettacolo la compiuta realizzazione della formula del teatro di forme sature di emozione da lui teorizzata (teatr emocional’no nasyščennych form), a conclusione del periodo più fecondo e creativo del Kamernyj teatr. Attraverso l’analisi approfondita di recensioni e cronache dell’epoca, nonché di materiali d’archivio inediti raccolti principalmente allo RGALI (Archivio per la letteratura e le arti) di Mosca, offre al lettore italiano la possibilità di conoscere una figura fondamentale dell’avanguardia russa, inquadrandola nel quadro articolato e complesso del teatro contemporaneo. La monografia è inoltre corredata da una videografia, da illustrazioni in alcuni casi inedite, e da una dettagliata teatrografia degli spettacoli allestiti al Kamernyj teatr da Tairov fra il 1914 e il 1922.

Aleksandr Tairov e il Kamernyj teatr di Mosca 1907-1922

EGIDIO, Aurora Maria
2005-01-01

Abstract

Aleksandr Tairov è stato uno dei più importanti teorici e registi teatrali russi del primo Novecento. Nato nel 1885, esordisce come attore sulle scene provinciali, confluendo poi nella compagnia del Dramatičeskij teatr di Vera Komissarževskaja sotto la guida di Mejerchol’d nella stagione 1906-1907. Partecipa così attivamente all’intensa attività sperimentale del Dramatičeskij e al contempo entra in contatto con il circolo dei simbolisti pietroburghesi, assimilandone le principali teorie. Dopo quella breve, ma significativa esperienza, Tairov offre le sue prime prove di regia nei teatri di provincia per approdare infine nel 1913 allo Svobodnyj di Kote Mardžanov, un teatro che aspira ad essere sintetico, ma che in realtà riesce a produrre semplicemente un’offerta spettacolare eclettica. Da qui la decisione di Tairov di fondare un vero teatro sintetico, non più un luogo in cui si affianchino meccanicamente registi e spettacoli di natura diversa, piuttosto un teatro che fonda organicamente tutti gli aspetti dell’arte scenica, di modo tale che gli elementi artificialmente separati della parola, del canto, della pantomima, della danza e perfino del circo, intrecciandosi fra loro armoniosamente diano come risultato un’unica monolitica opera teatrale. Nasce così nel 1914 il Kamernyj teatr. Dopo una prima fase ancora simbolista, in cui prevale l’elemento scenografico, nel 1916 Tairov realizza il primo allestimento autenticamente sintetico, Tamira il citaredo. Grazie alla scenografia tridimensionale di Aleksandra Ekster, potenziata con il sistema di illuminazione di Aleksandr Salzmann, il poliedrico artista che ha già collaborato con Adolphe Appia e Émile Jaques-Dalcroze ad Hellerau, Tairov forgia una nuova concezione dell’atmosfera scenica, armonizzando ogni elemento, la luce, il colore, la musica, il ritmo della dizione e del movimento, in uno spettacolo sinfonico. Negli anni successivi produce messe in scena radicalmente diverse fra loro come genere, La principessa Brambilla nel 1920 e Fedra nel 1922 fra le più significative, tenendo fede al suo proposito di articolare il repertorio fra i due poli opposti della tragedia e dell’arlecchinata. Questo volume ricostruisce per la prima volta in maniera complessiva la riflessione teorica e l’attività sperimentale di Tairov, dalle prime regie del 1907 fino al 1922, anno della messa in scena della Fedra, individuando in tale spettacolo la compiuta realizzazione della formula del teatro di forme sature di emozione da lui teorizzata (teatr emocional’no nasyščennych form), a conclusione del periodo più fecondo e creativo del Kamernyj teatr. Attraverso l’analisi approfondita di recensioni e cronache dell’epoca, nonché di materiali d’archivio inediti raccolti principalmente allo RGALI (Archivio per la letteratura e le arti) di Mosca, offre al lettore italiano la possibilità di conoscere una figura fondamentale dell’avanguardia russa, inquadrandola nel quadro articolato e complesso del teatro contemporaneo. La monografia è inoltre corredata da una videografia, da illustrazioni in alcuni casi inedite, e da una dettagliata teatrografia degli spettacoli allestiti al Kamernyj teatr da Tairov fra il 1914 e il 1922.
2005
9788878700420
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/3006841
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