Le sentenze delle Sezioni Unite della cassazione del novembre 2008 hanno offerto un decisivo contributo al dibattito sul danno non patrimoniale, riconducendo ad unità l’intera categoria e dunque negando la sussistenza del danno esistenziale come autonoma categoria di danno. Tuttavia, anche all’esito di tali pronunce, cui le Sezioni Unite sono pervenute dopo aver disatteso gli articolati quesiti posti nelle ordinanze di rimessione da parte della III Sezione della Corte, appare difficile considerare come effettivamente avvenuta la scomparsa dal nostro ordinamento del danno esistenziale. In particolare deve ritenersi che nell’ambito del rapporto di lavoro subordinato, in relazione a talune condotte del datore, tra le quali innanzitutto l’illegittimo demansionamento del prestatore, sia certamente ancora possibile parlare di danno esistenziale.
DEMANSIONAMENTO E DANNO ESISTENZIALENELLA GIURISPRUDENZA DI MERITO E DI LEGITTIMITÀ
CAPECE, Marco
2010-01-01
Abstract
Le sentenze delle Sezioni Unite della cassazione del novembre 2008 hanno offerto un decisivo contributo al dibattito sul danno non patrimoniale, riconducendo ad unità l’intera categoria e dunque negando la sussistenza del danno esistenziale come autonoma categoria di danno. Tuttavia, anche all’esito di tali pronunce, cui le Sezioni Unite sono pervenute dopo aver disatteso gli articolati quesiti posti nelle ordinanze di rimessione da parte della III Sezione della Corte, appare difficile considerare come effettivamente avvenuta la scomparsa dal nostro ordinamento del danno esistenziale. In particolare deve ritenersi che nell’ambito del rapporto di lavoro subordinato, in relazione a talune condotte del datore, tra le quali innanzitutto l’illegittimo demansionamento del prestatore, sia certamente ancora possibile parlare di danno esistenziale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.