La sicurezza urbana è considerata, ormai, uno dei fattori competitivi delle realtà locali, da tenere in considerazione nella predisposizione di piani e programmi territoriali ed economici. Pertanto, una corretta valutazione del fenomeno deve tener conto della dotazione territoriale degli elementi che concorrono a determinarla (tra cui, ad esempio, la presenza dei servizi, la soddisfazione dei cittadini, il numero dei progetti di riqualificazione sociale e fisica, la qualità degli spazi pubblici ecc.) e ciò implica la necessità di analizzare, alla scala più piccola, i diversi contesti territoriali e di proporre politiche di sviluppo multisettoriali, specifiche per le singole realtà. La complessità del fenomeno impone modelli di intervento che non si limitano più alla repressione dei reati e al controllo del territorio, ma sono trasversali rispetto alle altre sfere di azione pubblica e privata, coinvolgendo ambiti disciplinari diversi, come la riqualificazione urbana, la lotta alla disoccupazione, il rilancio economico. Quanto detto è avvalorato dal fatto che negli strumenti programmatici i modelli di governance della sicurezza urbana sono fondati sulla collaborazione plurivello e sulla gestione di finanziamenti multifondo. Il successo di tali azioni è condizionato dalla reale comprensione delle dinamiche umane, e questo implica un necessario coinvolgimento di saperi e di intelligenze in grado di analizzare i nessi tra lo spazio fisico e gli atti criminosi che in questi luoghi si attuano o si subiscono. L’efficacia e la validità delle politiche di sicurezza urbana non possono prescindere dal diretto contatto con le singole realtà territoriali, in un’ottica di prossimità, soprattutto per quanto attiene alle forme di governo, che devono necessariamente partire “dal basso”, anche se questo non esclude la necessità di affrontare il problema a livello centrale.
INTERDISCIPLINARIETA' DEI SAPERI, PIANIFICAZIONE INTEGRATA E GOVERNANCE NELLA PROGETTAZIONE E GESTIONE DEGLI INTERVENTI PER LA SICUREZZA URBANA E DEL TERRITORIO.
CITARELLA, Germana
2010-01-01
Abstract
La sicurezza urbana è considerata, ormai, uno dei fattori competitivi delle realtà locali, da tenere in considerazione nella predisposizione di piani e programmi territoriali ed economici. Pertanto, una corretta valutazione del fenomeno deve tener conto della dotazione territoriale degli elementi che concorrono a determinarla (tra cui, ad esempio, la presenza dei servizi, la soddisfazione dei cittadini, il numero dei progetti di riqualificazione sociale e fisica, la qualità degli spazi pubblici ecc.) e ciò implica la necessità di analizzare, alla scala più piccola, i diversi contesti territoriali e di proporre politiche di sviluppo multisettoriali, specifiche per le singole realtà. La complessità del fenomeno impone modelli di intervento che non si limitano più alla repressione dei reati e al controllo del territorio, ma sono trasversali rispetto alle altre sfere di azione pubblica e privata, coinvolgendo ambiti disciplinari diversi, come la riqualificazione urbana, la lotta alla disoccupazione, il rilancio economico. Quanto detto è avvalorato dal fatto che negli strumenti programmatici i modelli di governance della sicurezza urbana sono fondati sulla collaborazione plurivello e sulla gestione di finanziamenti multifondo. Il successo di tali azioni è condizionato dalla reale comprensione delle dinamiche umane, e questo implica un necessario coinvolgimento di saperi e di intelligenze in grado di analizzare i nessi tra lo spazio fisico e gli atti criminosi che in questi luoghi si attuano o si subiscono. L’efficacia e la validità delle politiche di sicurezza urbana non possono prescindere dal diretto contatto con le singole realtà territoriali, in un’ottica di prossimità, soprattutto per quanto attiene alle forme di governo, che devono necessariamente partire “dal basso”, anche se questo non esclude la necessità di affrontare il problema a livello centrale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.