La vicenda della cittadinanza moderna evidenzia in maniera efficace le tensioni e le contraddizioni che caratterizzano la storia del sistema capitalistico. In particolare, essa riflette quella tensione tra universalismo e particolarismo che ha contraddistinto e che continua a contraddistinguere tale sistema sul piano economico, politico e sociale. Infatti, l’incremento del catalogo dei diritti attribuiti ad alcune categorie di soggetti, nonostante il messaggio emancipatorio associato a tale incremento, non ha significato l’estensione di questi stessi diritti ad altre categorie di soggetti. Le recenti versioni in chiave elettronica della cittadinanza (e-citizenship) pongono nuovi interrogativi, e nuove sfide, circa le opportunità di emancipazione che le tecnologie digitali sembrano offrire. Quella “terribile livellatrice” che è la cittadinanza – per usare l’espressione di Hannah Arendt – nella sua versione elettronica sembrerebbe infatti garantire, su scala mondiale, nuove opportunità di partecipazione politica, la piena titolarità di vecchi e di nuovi diritti nonché l’inedita possibilità di esercitarli concretamente. Ma le tensioni che hanno caratterizzato la “vecchia” cittadinanza tendono adesso a ripresentarsi nuovamente: diseguaglianze economiche ed esclusione sociale minano alla base l’azione livellatrice della cittadinanza elettronica; parimenti, questa stessa azione sembra generare, direttamente o indirettamente, nuove modalità di diseguaglianza e di esclusione. Obiettivo del saggio è analizzare – da una prospettiva sistemica e non stato-centrica, nonché da una visione di lungo periodo – la cittadinanza elettronica nei suoi significati e nelle sue trasformazioni. Queste trasformazioni, in analogia con la vicenda della “vecchia” cittadinanza, evidenziano alcune tensioni che sono nuove soltanto nella forma: il processo di costituzionalizzazione della rete sembrerebbe garantire un livellamento delle disuguaglianze, divenendo quasi un preludio all’universalizzazione dei diritti. Tuttavia, le asimmetrie del potere politico ed economico – come, ad esempio, quelle relative alla gestione delle infrastrutture tecnologiche legate al concreto funzionamento di Internet – rendono il cammino universalistico dei diritti di cittadinanza elettronica un percorso, di fatto, drammaticamente particolaristico.

Dall'appartenenza materiale all'appartenenza virtuale? La cittadinanza elettronica fra processi di costituzionalizzazione della rete e dinamiche di esclusione

AMORETTI, Francesco;
2010-01-01

Abstract

La vicenda della cittadinanza moderna evidenzia in maniera efficace le tensioni e le contraddizioni che caratterizzano la storia del sistema capitalistico. In particolare, essa riflette quella tensione tra universalismo e particolarismo che ha contraddistinto e che continua a contraddistinguere tale sistema sul piano economico, politico e sociale. Infatti, l’incremento del catalogo dei diritti attribuiti ad alcune categorie di soggetti, nonostante il messaggio emancipatorio associato a tale incremento, non ha significato l’estensione di questi stessi diritti ad altre categorie di soggetti. Le recenti versioni in chiave elettronica della cittadinanza (e-citizenship) pongono nuovi interrogativi, e nuove sfide, circa le opportunità di emancipazione che le tecnologie digitali sembrano offrire. Quella “terribile livellatrice” che è la cittadinanza – per usare l’espressione di Hannah Arendt – nella sua versione elettronica sembrerebbe infatti garantire, su scala mondiale, nuove opportunità di partecipazione politica, la piena titolarità di vecchi e di nuovi diritti nonché l’inedita possibilità di esercitarli concretamente. Ma le tensioni che hanno caratterizzato la “vecchia” cittadinanza tendono adesso a ripresentarsi nuovamente: diseguaglianze economiche ed esclusione sociale minano alla base l’azione livellatrice della cittadinanza elettronica; parimenti, questa stessa azione sembra generare, direttamente o indirettamente, nuove modalità di diseguaglianza e di esclusione. Obiettivo del saggio è analizzare – da una prospettiva sistemica e non stato-centrica, nonché da una visione di lungo periodo – la cittadinanza elettronica nei suoi significati e nelle sue trasformazioni. Queste trasformazioni, in analogia con la vicenda della “vecchia” cittadinanza, evidenziano alcune tensioni che sono nuove soltanto nella forma: il processo di costituzionalizzazione della rete sembrerebbe garantire un livellamento delle disuguaglianze, divenendo quasi un preludio all’universalizzazione dei diritti. Tuttavia, le asimmetrie del potere politico ed economico – come, ad esempio, quelle relative alla gestione delle infrastrutture tecnologiche legate al concreto funzionamento di Internet – rendono il cammino universalistico dei diritti di cittadinanza elettronica un percorso, di fatto, drammaticamente particolaristico.
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