Prendendo spunto dalle ricerche di Michel Foucault sul significato epistemico e politico del concetto di "vita" in età moderna, il libro ricostruisce la genealogia e la geometria teorica della nozione moderna di "vita" nel campo della filosofia, nel campo della scienza e nel campo della politica. La tesi di fondo è che la "vita" e la sua particolare semantica sia parte di ciò che sulla scia di Charles Taylor si può definire l'«ontologia invisibile» della modernità. Questa tesi conduce a una rivisitazione complessiva di ciò che sulla scia di Martin Heidegger è d'uso chiamare la «storia della metafisica occidentale». Il libro è suddiviso in quattro parti. In primo luogo (capitolo 1) si sofferma sulla storia del concetto occidentale di "volontà", da un lato mostrandone la centralità prima per la filosofia cristiana, poi per la filosofia moderna e contemporanea, dall'altro ricostruendo a grandi linee il passaggio teorico decisivo dal concetto di volontà eteronoma al concetto di volontà autonoma – da Sant'Agostino a Kant. In secondo luogo (prima metà del capitolo 2) si sofferma sulla nozione prettamente moderna di "vita", concepita come "vita autonoma", spiegando come questa nozione si possa intendere alla stregua di una anamorfosi concettuale metafisica della nozione di "volontà autonoma", da Kant alla biologia romantica, passando per Fichte e per Schelling. In terzo luogo (seconda metà del capitolo 2) si sofferma sugli esiti di questa innovazione teorica, la "vita autonoma", ripercorrendo alcuni passaggi teorici che vengono effettuati nel percorso che conduce da Shelling a Darwin e Freud, fino a pensatori contemporanei come Dawkins, Dennett e Canguilhem. In quarto luogo (capitolo 3) si sofferma sulle conseguenze politiche della moderna metafisica della "vita", insistendo in particolare sull'importanza assunta dal darwinismo nella configurazione dell'identità occidentale tardo-moderna.

La vita, un'invenzione recente

TARIZZO, Davide Francesco
2010-01-01

Abstract

Prendendo spunto dalle ricerche di Michel Foucault sul significato epistemico e politico del concetto di "vita" in età moderna, il libro ricostruisce la genealogia e la geometria teorica della nozione moderna di "vita" nel campo della filosofia, nel campo della scienza e nel campo della politica. La tesi di fondo è che la "vita" e la sua particolare semantica sia parte di ciò che sulla scia di Charles Taylor si può definire l'«ontologia invisibile» della modernità. Questa tesi conduce a una rivisitazione complessiva di ciò che sulla scia di Martin Heidegger è d'uso chiamare la «storia della metafisica occidentale». Il libro è suddiviso in quattro parti. In primo luogo (capitolo 1) si sofferma sulla storia del concetto occidentale di "volontà", da un lato mostrandone la centralità prima per la filosofia cristiana, poi per la filosofia moderna e contemporanea, dall'altro ricostruendo a grandi linee il passaggio teorico decisivo dal concetto di volontà eteronoma al concetto di volontà autonoma – da Sant'Agostino a Kant. In secondo luogo (prima metà del capitolo 2) si sofferma sulla nozione prettamente moderna di "vita", concepita come "vita autonoma", spiegando come questa nozione si possa intendere alla stregua di una anamorfosi concettuale metafisica della nozione di "volontà autonoma", da Kant alla biologia romantica, passando per Fichte e per Schelling. In terzo luogo (seconda metà del capitolo 2) si sofferma sugli esiti di questa innovazione teorica, la "vita autonoma", ripercorrendo alcuni passaggi teorici che vengono effettuati nel percorso che conduce da Shelling a Darwin e Freud, fino a pensatori contemporanei come Dawkins, Dennett e Canguilhem. In quarto luogo (capitolo 3) si sofferma sulle conseguenze politiche della moderna metafisica della "vita", insistendo in particolare sull'importanza assunta dal darwinismo nella configurazione dell'identità occidentale tardo-moderna.
2010
9788842092100
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/3016830
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