L’edilizia nel settore ospedaliero deve soddisfare requisiti di prestazione energetica ed acustica più stringenti rispetto a quelli richiesti in altri settori per due aspetti fondamentali. Da un lato, trattandosi di edifici pubblici, o ad uso pubblico, la legge richiede loro un comportamento “esemplare”; dall’altro, essendo tali strutture destinate ad ospitare individui particolarmente sensibili, quali gli ammalati, spesso bambini ed anziani, è necessario che offrano al loro interno condizioni ambientali più confortevoli e sicure rispetto a quelle sufficienti per altri tipi di spazi. Questo momento storico è particolare, in quanto la normativa sia nel settore del risparmio energetico e della certificazione energetica, sia in quello dell’acustica è in evoluzione e spesso si osserva una certa confusione tra tecnici ed imprenditori coinvolti. La normativa sull’efficienza energetica nel corso degli ultimi anni è cambiata profondamente, a ritmi davvero incalzanti. Tale cambiamento ha comportato qualche problema per i progettisti e gli imprenditori, in quanto si è passati dalla Legge 10 del ’91, spesso non applicata o addirittura non considerata, ad una situazione in cui il mercato offre una jungla di software più o meno validi, di materiali miracolosi che promettono prestazioni energetiche degne di una classe A+, di impianti a volte troppo complessi rispetto alle esigenze degli edifici cui sono proposti. Anche nel settore dell’isolamento acustico degli edifici si osserva un notevole cambiamento. L’approvazione della recente Legge 4 giugno 2010, n. 96 [1] ha stabilito, tra l’altro, che, in attesa dell’emanazione di un nuovo Decreto sui requisiti acustici passivi degli edifici per ottemperare alle richieste della Comunità Europea, il DPCM 5/12/1997 [2] non trova applicazione nei rapporti tra privati; ovviamente, ciò non implica che si debba costruire senza seguire le prescrizioni in esso riportate, come qualcuno ha ritenuto creando equivoci tra tecnici e costruttori. Quasi contemporaneamente, a luglio 2010, l’UNI ha pubblicato la norma 11367 [3] che, sebbene molto ben conosciuta dagli addetti ai lavori, non è richiamata in alcuna Legge per cui ad oggi non è molto diffusa e non ha carattere di obbligatorietà. In questo articolo sono descritti i requisiti termo-acustici minimi che le pareti opache verticali di un edificio adibito ad ospedale, casa di cura od assimilabile, devono soddisfare e sono riportati e discussi alcuni esempi di tipologie costruttive di uso corrente nell’edilizia italiana.

Prestazioni termoigrometriche ed acustiche delle pareti opache dell’involucro edilizio. Il caso del settore ospedaliero

D'AMBROSIO, Francesca Romana;IANNIELLO, ELVIRA
2011-01-01

Abstract

L’edilizia nel settore ospedaliero deve soddisfare requisiti di prestazione energetica ed acustica più stringenti rispetto a quelli richiesti in altri settori per due aspetti fondamentali. Da un lato, trattandosi di edifici pubblici, o ad uso pubblico, la legge richiede loro un comportamento “esemplare”; dall’altro, essendo tali strutture destinate ad ospitare individui particolarmente sensibili, quali gli ammalati, spesso bambini ed anziani, è necessario che offrano al loro interno condizioni ambientali più confortevoli e sicure rispetto a quelle sufficienti per altri tipi di spazi. Questo momento storico è particolare, in quanto la normativa sia nel settore del risparmio energetico e della certificazione energetica, sia in quello dell’acustica è in evoluzione e spesso si osserva una certa confusione tra tecnici ed imprenditori coinvolti. La normativa sull’efficienza energetica nel corso degli ultimi anni è cambiata profondamente, a ritmi davvero incalzanti. Tale cambiamento ha comportato qualche problema per i progettisti e gli imprenditori, in quanto si è passati dalla Legge 10 del ’91, spesso non applicata o addirittura non considerata, ad una situazione in cui il mercato offre una jungla di software più o meno validi, di materiali miracolosi che promettono prestazioni energetiche degne di una classe A+, di impianti a volte troppo complessi rispetto alle esigenze degli edifici cui sono proposti. Anche nel settore dell’isolamento acustico degli edifici si osserva un notevole cambiamento. L’approvazione della recente Legge 4 giugno 2010, n. 96 [1] ha stabilito, tra l’altro, che, in attesa dell’emanazione di un nuovo Decreto sui requisiti acustici passivi degli edifici per ottemperare alle richieste della Comunità Europea, il DPCM 5/12/1997 [2] non trova applicazione nei rapporti tra privati; ovviamente, ciò non implica che si debba costruire senza seguire le prescrizioni in esso riportate, come qualcuno ha ritenuto creando equivoci tra tecnici e costruttori. Quasi contemporaneamente, a luglio 2010, l’UNI ha pubblicato la norma 11367 [3] che, sebbene molto ben conosciuta dagli addetti ai lavori, non è richiamata in alcuna Legge per cui ad oggi non è molto diffusa e non ha carattere di obbligatorietà. In questo articolo sono descritti i requisiti termo-acustici minimi che le pareti opache verticali di un edificio adibito ad ospedale, casa di cura od assimilabile, devono soddisfare e sono riportati e discussi alcuni esempi di tipologie costruttive di uso corrente nell’edilizia italiana.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/3036029
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact