L’articolo ricostruisce il profilo dei principali attori del processo svoltosi dinanzi alla Gran Corte criminale di Salerno riguardante gli avvenimenti politici di Ponza e di Sapri, evidenziando il ruolo dei magistrati e degli avvocati impegnati in quella causa nell’esercizio dei rispettivi compiti sui relativi versanti dell’accusa e della difesa, nonché del collegio giudicante. In particolare, si analizzano le carriere e i percorsi socio-professionali dei protagonisti del pubblico dibattimento che rappresentò una vera e propria novità nella storia dei giudizi penali del Regno delle Due Sicilie per la gravità degli avvenimenti, l’eco avuta nell’opinione pubblica europea, le conseguenze di ordine diplomatico e il numero degli imputati. L’esame dei fascicoli personali relativi, tra gli altri, al pubblico ministero e al presidente della Corte, così come delle carte di polizia concernenti l’avvocato del maggiore degli imputati al processo, Giovanni Nicotera, fornisce elementi utili a delineare i contorni di una elite delle professioni e delle funzioni pubbliche che tra il tramonto dei Borboni e la costruzione del Regno d’Italia assiste all’avvio di significativi processi di ricambio e di circolazione all’interno delle sue componenti. Oltre alla contrapposizione politica tra legittimisti e patrioti emergono anche la responsabilità e il merito del cambiamento delle rispettive prospettive e dei ruoli interpretati.
Magistrati e avvocati del processo di Salerno
PARRELLA, Roberto
2010
Abstract
L’articolo ricostruisce il profilo dei principali attori del processo svoltosi dinanzi alla Gran Corte criminale di Salerno riguardante gli avvenimenti politici di Ponza e di Sapri, evidenziando il ruolo dei magistrati e degli avvocati impegnati in quella causa nell’esercizio dei rispettivi compiti sui relativi versanti dell’accusa e della difesa, nonché del collegio giudicante. In particolare, si analizzano le carriere e i percorsi socio-professionali dei protagonisti del pubblico dibattimento che rappresentò una vera e propria novità nella storia dei giudizi penali del Regno delle Due Sicilie per la gravità degli avvenimenti, l’eco avuta nell’opinione pubblica europea, le conseguenze di ordine diplomatico e il numero degli imputati. L’esame dei fascicoli personali relativi, tra gli altri, al pubblico ministero e al presidente della Corte, così come delle carte di polizia concernenti l’avvocato del maggiore degli imputati al processo, Giovanni Nicotera, fornisce elementi utili a delineare i contorni di una elite delle professioni e delle funzioni pubbliche che tra il tramonto dei Borboni e la costruzione del Regno d’Italia assiste all’avvio di significativi processi di ricambio e di circolazione all’interno delle sue componenti. Oltre alla contrapposizione politica tra legittimisti e patrioti emergono anche la responsabilità e il merito del cambiamento delle rispettive prospettive e dei ruoli interpretati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.