Il pensiero di Pascal e dei Messieurs di Port-Royal rappresenta un momento particolarmente acuto nella storia dei conflitti tra potere religioso e potere politico di cui si è inteso dettagliare i momenti e i punti particolarmente sensibili. Sul piano dell’esistenza quotidiana la teologia giansenista si traduce in pratiche di controllo del corpo sociale e del corpo individuale, alternative a quelle messe in opera dal potere politico, avversandolo sul suo stesso terreno di esercizio. La teologia e l’etica di Port-Royal conducono quindi, in maniera esemplare per l’insieme delle religioni monoteiste, fino alle loro estreme conseguenze, le contraddizioni che agitano la comunità religiosa che si fa istituzione, sospesa tra pastorale dell’anima e controllo del corpo, tra tempo ed eternità. In questo senso si è inteso leggere il conflitto tra giansenismo e società civile e politica come una questione sull’appartenenza del dell’individuo: si è prima fedeli e poi cittadini, o sono i valori sociali che devono prendere il sopravvento su una pratica fondata sui dogmi della fede? Nel tentativo di rispondere a questa domanda, si è ricostruito in un primo momento l’antropologia giansenista e agostiniana, in relazione anche alle tesi della seconda scolastica, e le sue conseguenze sulle nozioni di diritto e di giustizia. Si è poi proceduto a una ricognizione quanto più completa è stato possibile dell’impatto di queste tesi sulla pratica religiosa. Si è infine cercato di mettere in evidenza le ragioni per cui il giansenismo inteso come visione teologica del mondo che si traduce in una precisa pratica politica entra in conflitto con il potere politico secolare e poi con strati sempre più consistenti della classe dirigente dell’epoca.
La discipline de l'amour. Port-Royal, Pascal et la politique
Adorno, Francesco Paolo
2010
Abstract
Il pensiero di Pascal e dei Messieurs di Port-Royal rappresenta un momento particolarmente acuto nella storia dei conflitti tra potere religioso e potere politico di cui si è inteso dettagliare i momenti e i punti particolarmente sensibili. Sul piano dell’esistenza quotidiana la teologia giansenista si traduce in pratiche di controllo del corpo sociale e del corpo individuale, alternative a quelle messe in opera dal potere politico, avversandolo sul suo stesso terreno di esercizio. La teologia e l’etica di Port-Royal conducono quindi, in maniera esemplare per l’insieme delle religioni monoteiste, fino alle loro estreme conseguenze, le contraddizioni che agitano la comunità religiosa che si fa istituzione, sospesa tra pastorale dell’anima e controllo del corpo, tra tempo ed eternità. In questo senso si è inteso leggere il conflitto tra giansenismo e società civile e politica come una questione sull’appartenenza del dell’individuo: si è prima fedeli e poi cittadini, o sono i valori sociali che devono prendere il sopravvento su una pratica fondata sui dogmi della fede? Nel tentativo di rispondere a questa domanda, si è ricostruito in un primo momento l’antropologia giansenista e agostiniana, in relazione anche alle tesi della seconda scolastica, e le sue conseguenze sulle nozioni di diritto e di giustizia. Si è poi proceduto a una ricognizione quanto più completa è stato possibile dell’impatto di queste tesi sulla pratica religiosa. Si è infine cercato di mettere in evidenza le ragioni per cui il giansenismo inteso come visione teologica del mondo che si traduce in una precisa pratica politica entra in conflitto con il potere politico secolare e poi con strati sempre più consistenti della classe dirigente dell’epoca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.