In Italia circa un milione di incidenti sul lavoro all'anno, tra questi 26 mila persone costrette all'invalidità e 3 morti al giorno, rappresentano le cifre di una vera e propria lotta per la sopravvivenza. Essa, a parere dell’autrice del volume,va combattuta fino in fondo, ma per farlo bisogna conoscerla fino in fondo. Questo è lo scopo dell’invito rivolto al lettore ad approfondire il nesso tra lavoro, nuove misure di flessibilità, incidenti e caduti sul lavoro. Ci si chiede inoltre:perché soltanto negli ultimissimi anni il problema è assunto alle cronache, è emerso dalla rassegnazione in cui era stato confinato? Se poi questo ritardo e questa mancata informazione non comportino precise responsabilità per le molte vittime che si sarebbero potute evitare? Infatti non possiamo non riflettere sul fatto che da almeno 30 anni i più seri studiosi del mercato del lavoro abbiano avvertito in merito alle conseguenze derivanti dalla forte crescita della fascia secondaria del mercato del lavoro, cioè di quel settore caratterizzato dal lavoro informale, sommerso, irregolare (senza regole appunto), di solito definito lavoro nero, nel quale sono occupati in gran parte i lavoratori senza diritti, i lavoratori stranieri con diritti inferiori e i giovani costretti alla ricerca di una qualsiasi forma di lavoro. Dall’esame dei dati, svolto dall’autrice del volume, si ricava come spesso si crede, gli incidenti non riguardino solo i settori delle costruzioni, dell'industria e dell'agricoltura, ma si siano particolarmente diffusi più di recente nei servizi : cioè nei lavori caratterizzati da una maggiore flessibilità. Di conseguenza soprattutto nell’attuale crisi economica non è il caso di domandarsi se le ormai decennali politiche incentrate sulla valorizzazione della flessibilità della forza lavoro, sull'incremento dei lavori atipici nelle più diverse forme, non favoriscano in modo decisivo la mancanza di sicurezza sul lavoro, non aumentino i pericoli, non riducano la forza contrattuale di quanti hanno il dovere di pensare anche alla propria salute? Non ci dice qualcosa il fatto che più del 55% degli incidenti riguardino gli immigrati? Il volume esplora queste problematiche con rigore ma senza tecnicismi. Su questa base e con questa impostazione critica vengono riportati in sintesi le valutazioni emerse dalle interviste rivolte a rappresentanti di reti istituzionali, di organizzazioni sindacali, ad attori locali e alcuni infortunati. Per giungere a parlare di “sicurezza” in concreto, infatti, si è ritenuto necessario andare oltre la dimensione numerica, normativa e tecnica; si è ritenuto fondamentale raccogliere le “storie” di vittime di incidenti, che spiegano come “si sarebbe potuto evitare …” E' innegabile che su questo drammatico problema più di recente sia cresciuta l'informazione e vi sia un maggiore impegno sul piano normativo, tuttavia, è anche indiscutibile il dato che la progressiva e continua frammentazione dei rapporti lavoro di fatto “deresponsabilizza” l’impresa.

La resistibile ascesa del lavoro flessibile. Incidenti e morti sul lavoro

MOFFA, Grazia
2012-01-01

Abstract

In Italia circa un milione di incidenti sul lavoro all'anno, tra questi 26 mila persone costrette all'invalidità e 3 morti al giorno, rappresentano le cifre di una vera e propria lotta per la sopravvivenza. Essa, a parere dell’autrice del volume,va combattuta fino in fondo, ma per farlo bisogna conoscerla fino in fondo. Questo è lo scopo dell’invito rivolto al lettore ad approfondire il nesso tra lavoro, nuove misure di flessibilità, incidenti e caduti sul lavoro. Ci si chiede inoltre:perché soltanto negli ultimissimi anni il problema è assunto alle cronache, è emerso dalla rassegnazione in cui era stato confinato? Se poi questo ritardo e questa mancata informazione non comportino precise responsabilità per le molte vittime che si sarebbero potute evitare? Infatti non possiamo non riflettere sul fatto che da almeno 30 anni i più seri studiosi del mercato del lavoro abbiano avvertito in merito alle conseguenze derivanti dalla forte crescita della fascia secondaria del mercato del lavoro, cioè di quel settore caratterizzato dal lavoro informale, sommerso, irregolare (senza regole appunto), di solito definito lavoro nero, nel quale sono occupati in gran parte i lavoratori senza diritti, i lavoratori stranieri con diritti inferiori e i giovani costretti alla ricerca di una qualsiasi forma di lavoro. Dall’esame dei dati, svolto dall’autrice del volume, si ricava come spesso si crede, gli incidenti non riguardino solo i settori delle costruzioni, dell'industria e dell'agricoltura, ma si siano particolarmente diffusi più di recente nei servizi : cioè nei lavori caratterizzati da una maggiore flessibilità. Di conseguenza soprattutto nell’attuale crisi economica non è il caso di domandarsi se le ormai decennali politiche incentrate sulla valorizzazione della flessibilità della forza lavoro, sull'incremento dei lavori atipici nelle più diverse forme, non favoriscano in modo decisivo la mancanza di sicurezza sul lavoro, non aumentino i pericoli, non riducano la forza contrattuale di quanti hanno il dovere di pensare anche alla propria salute? Non ci dice qualcosa il fatto che più del 55% degli incidenti riguardino gli immigrati? Il volume esplora queste problematiche con rigore ma senza tecnicismi. Su questa base e con questa impostazione critica vengono riportati in sintesi le valutazioni emerse dalle interviste rivolte a rappresentanti di reti istituzionali, di organizzazioni sindacali, ad attori locali e alcuni infortunati. Per giungere a parlare di “sicurezza” in concreto, infatti, si è ritenuto necessario andare oltre la dimensione numerica, normativa e tecnica; si è ritenuto fondamentale raccogliere le “storie” di vittime di incidenti, che spiegano come “si sarebbe potuto evitare …” E' innegabile che su questo drammatico problema più di recente sia cresciuta l'informazione e vi sia un maggiore impegno sul piano normativo, tuttavia, è anche indiscutibile il dato che la progressiva e continua frammentazione dei rapporti lavoro di fatto “deresponsabilizza” l’impresa.
2012
9788823016545
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/3093949
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