Il saggio prende in esame la storiografia su Pisacane, ma anche la memorialistica e la “poesia patriottica” del periodo risorgimentale, per evidenziare come le rappresentazioni fornite siano state nella maggior parte dei casi funzionali ad interessi di parte o, comunque, fortemente condizionate dal clima politico prevalente. In particolare, a prescindere da un’analisi compiuta sul suo pensiero, l’immagine di Pisacane come precursore è utilizzata non solo nel periodo liberale, ma anche durante il Ventennio fascista e il secondo dopoguerra repubblicano, da movimenti e partiti interessati a sottolineare aspetti parziali. D’altra parte, rispetto ai precedenti fallimentari tentativi mazziniani, la spedizione di Sapri ha l’effetto di affermare definitivamente l’inefficacia dei metodi, inducendo anche coloro che per motivi ideali e politici si sentivano più vicini all’apostolo genovese a mettere da parte quelle che ormai si risultavano essere solo delle velleità per rafforzare, viceversa, la Società Nazionale. Ne deriva la convinzione per cui lo stesso Carlo Pisacane non debba essere rappresentato come un rivoluzionario, magari ascrivibile all’universo marxista, né, tantomeno, si dovrebbe sopravvalutare la sua attenzione alle istanze popolari; egli, piuttosto, dovrebbe tornare a vestire i panni del martire per la libertà e per l’indipendenza della patria, ossia ad essere il testimone di valori risorgimentali interpretati genericamente e svuotati di particolari segni ideologici.
L'eredità tradita di Pisacane
CONTE, Alfonso
2010-01-01
Abstract
Il saggio prende in esame la storiografia su Pisacane, ma anche la memorialistica e la “poesia patriottica” del periodo risorgimentale, per evidenziare come le rappresentazioni fornite siano state nella maggior parte dei casi funzionali ad interessi di parte o, comunque, fortemente condizionate dal clima politico prevalente. In particolare, a prescindere da un’analisi compiuta sul suo pensiero, l’immagine di Pisacane come precursore è utilizzata non solo nel periodo liberale, ma anche durante il Ventennio fascista e il secondo dopoguerra repubblicano, da movimenti e partiti interessati a sottolineare aspetti parziali. D’altra parte, rispetto ai precedenti fallimentari tentativi mazziniani, la spedizione di Sapri ha l’effetto di affermare definitivamente l’inefficacia dei metodi, inducendo anche coloro che per motivi ideali e politici si sentivano più vicini all’apostolo genovese a mettere da parte quelle che ormai si risultavano essere solo delle velleità per rafforzare, viceversa, la Società Nazionale. Ne deriva la convinzione per cui lo stesso Carlo Pisacane non debba essere rappresentato come un rivoluzionario, magari ascrivibile all’universo marxista, né, tantomeno, si dovrebbe sopravvalutare la sua attenzione alle istanze popolari; egli, piuttosto, dovrebbe tornare a vestire i panni del martire per la libertà e per l’indipendenza della patria, ossia ad essere il testimone di valori risorgimentali interpretati genericamente e svuotati di particolari segni ideologici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.