Annamaria Sapienza, Il segno e il suono. La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone, Napoli, Guida, 2006. Abstract Verso la metà degli anni ’70 l’attività artistica di Roberto De Simone, come autore, regista, etnomusicologo, musicista, è già piuttosto nota sia a Napoli che in Italia. Ma è la rappresentazione de La gatta Cenerentola nel 1976 che costituisce il momento di maggiore celebrità nazionale, e internazionale, del maestro napoletano e degli artisti impegnati nello spettacolo. Dopo anni di intensa ricerca sul patrimonio popolare di area campana e dopo alcuni esperimenti condotti in tale direzione, De Simone compone un’opera che in un sol colpo, attraverso il suo stile denso e composito, si impone all’attenzione del pubblico e della critica internazionale come un prodotto che espone un particolare modo di intendere lo spettacolo, un’espressione che ingloba antiche tradizioni, esperienze primordiali e istanze teatrali fortemente innovative. Con una prospettiva storica di trent’anni, il tentativo è quello di compiere un’analisi particolareggiata dello spettacolo che evidenzi il ruolo emblematico, e unico nel suo genere, svolto dalla rappresentazione nella storia del teatro napoletano all’interno di un repertorio teatrale fortemente compromesso da retaggi e stereotipi. La volontà di trascrivere in forma organica la genesi e lo sviluppo dello spettacolo inquadrandolo come un evento culturale ad ampio raggio all’interno di un clima e di un momento artistico particolari, punta a verificare la sofisticata operazione teatrale che si nasconde dietro elementi recuperati dalla parte preistorica della cultura locale e messi in relazione con le forme più alte della cultura meridionale. Con la rappresentazione de La gatta Cenerentola si crea un autentico spartiacque nel teatro napoletano, un nuovo modo di intendere e conoscere la tradizione nei termini di un immaginario collettivo arcaico che si compone nel barocco della memoria e si materializza nelle innumerevoli possibilità offerte dalla scena.
Il segno e il suono. La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone
SAPIENZA, Annamaria
2006-01-01
Abstract
Annamaria Sapienza, Il segno e il suono. La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone, Napoli, Guida, 2006. Abstract Verso la metà degli anni ’70 l’attività artistica di Roberto De Simone, come autore, regista, etnomusicologo, musicista, è già piuttosto nota sia a Napoli che in Italia. Ma è la rappresentazione de La gatta Cenerentola nel 1976 che costituisce il momento di maggiore celebrità nazionale, e internazionale, del maestro napoletano e degli artisti impegnati nello spettacolo. Dopo anni di intensa ricerca sul patrimonio popolare di area campana e dopo alcuni esperimenti condotti in tale direzione, De Simone compone un’opera che in un sol colpo, attraverso il suo stile denso e composito, si impone all’attenzione del pubblico e della critica internazionale come un prodotto che espone un particolare modo di intendere lo spettacolo, un’espressione che ingloba antiche tradizioni, esperienze primordiali e istanze teatrali fortemente innovative. Con una prospettiva storica di trent’anni, il tentativo è quello di compiere un’analisi particolareggiata dello spettacolo che evidenzi il ruolo emblematico, e unico nel suo genere, svolto dalla rappresentazione nella storia del teatro napoletano all’interno di un repertorio teatrale fortemente compromesso da retaggi e stereotipi. La volontà di trascrivere in forma organica la genesi e lo sviluppo dello spettacolo inquadrandolo come un evento culturale ad ampio raggio all’interno di un clima e di un momento artistico particolari, punta a verificare la sofisticata operazione teatrale che si nasconde dietro elementi recuperati dalla parte preistorica della cultura locale e messi in relazione con le forme più alte della cultura meridionale. Con la rappresentazione de La gatta Cenerentola si crea un autentico spartiacque nel teatro napoletano, un nuovo modo di intendere e conoscere la tradizione nei termini di un immaginario collettivo arcaico che si compone nel barocco della memoria e si materializza nelle innumerevoli possibilità offerte dalla scena.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.