Il volume propone un’articolata panoramica dell’editoria napoletana dell’Ottocento, accompagnata da un'attenta disamina critica, sullo sfondo delle trasformazioni storiche e politiche, dal regno borbonico al nuovo stato unitario. In questo intervallo secolare,viene indagato l’intero circuito che, dall’attività di editori e stampatori,raggiunge il pubblico dei lettori, coinvolgendo autori, traduttori, librai e la stessa amministrazione nei suoi ruoli di controllo e di promozione. A tal fine, attraverso l’esplorazione di inedite fonti documentarie e di testimonianze bibliografiche coeve, vengono ricostruiti il quadro legislativo, il tessuto delle cartiere e delle fonderie di caratteri, l’organizzazione e le condizioni del lavoro tipografico, le forme del commercio (dalle associazioni alla vendita ambulante), e quelle della divulgazione (dai cataloghi ai gabinetti di lettura). Particolare risalto è conferito alle iniziative editoriali direttamente intraprese dalla monarchia dei Borbone e al poco noto sostegno offerto ad autori e imprenditori privati per potenziare un ramo non irrilevante dell’industria delle Due Sicilie. L’unificazione nazionale, l’abolizione del sistema protezionistico e l’inevitabile confronto con le case editrici italiane originano una vera e propria “questione meridionale” dell’editoria napoletana, innestando tuttavia stimoli a un processo di modernizzazione mediante il dibattito interno agli organismi professionali, le prime sperimentazioni pubblicitarie, l’attenzione al rapporto con una più differenziata platea di destinatari, la nascita di nuovi generi letterari.
L'editoria napoletana dell0'Ottocento: produzione, circolazione, consumo.
TROMBETTA, Vincenzo
2008-01-01
Abstract
Il volume propone un’articolata panoramica dell’editoria napoletana dell’Ottocento, accompagnata da un'attenta disamina critica, sullo sfondo delle trasformazioni storiche e politiche, dal regno borbonico al nuovo stato unitario. In questo intervallo secolare,viene indagato l’intero circuito che, dall’attività di editori e stampatori,raggiunge il pubblico dei lettori, coinvolgendo autori, traduttori, librai e la stessa amministrazione nei suoi ruoli di controllo e di promozione. A tal fine, attraverso l’esplorazione di inedite fonti documentarie e di testimonianze bibliografiche coeve, vengono ricostruiti il quadro legislativo, il tessuto delle cartiere e delle fonderie di caratteri, l’organizzazione e le condizioni del lavoro tipografico, le forme del commercio (dalle associazioni alla vendita ambulante), e quelle della divulgazione (dai cataloghi ai gabinetti di lettura). Particolare risalto è conferito alle iniziative editoriali direttamente intraprese dalla monarchia dei Borbone e al poco noto sostegno offerto ad autori e imprenditori privati per potenziare un ramo non irrilevante dell’industria delle Due Sicilie. L’unificazione nazionale, l’abolizione del sistema protezionistico e l’inevitabile confronto con le case editrici italiane originano una vera e propria “questione meridionale” dell’editoria napoletana, innestando tuttavia stimoli a un processo di modernizzazione mediante il dibattito interno agli organismi professionali, le prime sperimentazioni pubblicitarie, l’attenzione al rapporto con una più differenziata platea di destinatari, la nascita di nuovi generi letterari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.