Tra il 1266 e il 1315 Carlo I, Roberto d'Artois e Carlo Martello soggiornarono al castello di Lagopesole, in provincia di Potenza, accompagnati da un seguito di almeno duecento persone; la presenza quotidiana di una siffatta moltitudine, rese necessaria una organizzazione. complessa dei servizi e delle infrastrutture, sicché fu immediato trasformare in sversatoio per la spazzatura la vecchia cava per l'estrazione del pietrame, predisposta dal cantiere svevo per la costruzione del donjon mai ultimato; tale cava, profonda circa dieci metri rispetto al piano di calpestio odierno, fu nel corso degli anni colmata con i rifiuti alimentari che la corte produceva. Le indagini archeologiche nel cortile minore, iniziate nel 1996 e concluse nel 1999, hanno portato all'identificazione della discarica che ha restituito ingenti quantità di resti di pasti, insieme a monete e a numerosi oggetti d'uso quotidiano, tra cui stoviglie da mensa, da cucina e da dispensa. È attraverso lo studio di tali materiali che l'autrice propone un'analisi di tipo quantitativo e qualitativo, procedimento che è tipico dell'archeologo; entrambe infatti aiutano ad individuare e a dar corpo a quegli aspetti sociali ed economici che appaiono sempre più realistici nella ricerca di una storia dell'alimentazione fatta attraverso i reperti: una cosa è immaginare che ad una mensa reale si mangi bene, un'altra cosa è stabilire cosa, come e quanto
La tavola dei d'Angiò. Analisi archeologica di una spazzatura reale. Castello di Lagopesole (1266-1315).
FIORILLO, ROSA
2005-01-01
Abstract
Tra il 1266 e il 1315 Carlo I, Roberto d'Artois e Carlo Martello soggiornarono al castello di Lagopesole, in provincia di Potenza, accompagnati da un seguito di almeno duecento persone; la presenza quotidiana di una siffatta moltitudine, rese necessaria una organizzazione. complessa dei servizi e delle infrastrutture, sicché fu immediato trasformare in sversatoio per la spazzatura la vecchia cava per l'estrazione del pietrame, predisposta dal cantiere svevo per la costruzione del donjon mai ultimato; tale cava, profonda circa dieci metri rispetto al piano di calpestio odierno, fu nel corso degli anni colmata con i rifiuti alimentari che la corte produceva. Le indagini archeologiche nel cortile minore, iniziate nel 1996 e concluse nel 1999, hanno portato all'identificazione della discarica che ha restituito ingenti quantità di resti di pasti, insieme a monete e a numerosi oggetti d'uso quotidiano, tra cui stoviglie da mensa, da cucina e da dispensa. È attraverso lo studio di tali materiali che l'autrice propone un'analisi di tipo quantitativo e qualitativo, procedimento che è tipico dell'archeologo; entrambe infatti aiutano ad individuare e a dar corpo a quegli aspetti sociali ed economici che appaiono sempre più realistici nella ricerca di una storia dell'alimentazione fatta attraverso i reperti: una cosa è immaginare che ad una mensa reale si mangi bene, un'altra cosa è stabilire cosa, come e quantoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.