Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi apparve nel 1945 e ottenne subito un enorme successo, non solo negli ambienti colti. La pubblicazione del romanzo leviano significò per molti la scoperta della «civiltà contadina», di un mondo arcaico e sottosviluppato, dimenticato da Dio e dagli uomini, ed ebbe l’innegabile merito di riportare il Mezzogiorno al centro del dibattito politico e culturale, dopo la lunga parentesi del fascismo, che di fatto aveva negato l’esistenza di una ‘questione meridionale’. Potremmo addirittura dire che il romanzo di Levi ha cambiato, se non la storia, certamente il destino della Lucania/Basilicata: come la Storia umana si divide in un “prima di Cristo” e in un “dopo Cristo”, così la storia lucana si divide in un “prima del Cristo di Levi” e un “dopo il Cristo di Levi”. Negli anni Cinquanta e Sessanta sono stati molti gli studiosi di scienze sociali che si sono recati nel Mezzogiorno per effettuare le loro indagini sul campo e la terra lucana è diventata la regione privilegiata da antropologi, etnologi e sociologi: da George Peck a Frederick G. Friedmann, da John Davis a Tullio Tentori, da Ernesto De Martino a Edward C. Banfield. A dieci anni di distanza dalla pubblicazione del ‘memoriale’ leviano, Banfield condusse una ricerca sociologica su Chiaromonte, un paese della provincia di Potenza. Il rapporto conclusivo uscì in America, nel 1958, con il titolo The Moral Basis of a Backward Society, mentre in Italia apparve in un primo momento, nel 1961, con il titolo Una comunità del Mezzogiorno e in seguito, nel 1976, con il titolo Le basi morali di una società arretrata. Lo studioso americano per interpretare il sistema delle relazioni della piccola comunità lucana, coniò il termine ‘familismo amorale’, la cui filosofia si può sintetizzare nel modo seguente: «Massimizzare i vantaggi materiali e immediati della famiglia nucleare; supporre che tutti gli altri si comportino allo stesso modo».

LA BASILICATA TRA IL CRISTO DI LEVIE IL ‘FAMILISMO AMORALE’ DI BANFIELD

VISCARDI, Giuseppe Maria
2011-01-01

Abstract

Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi apparve nel 1945 e ottenne subito un enorme successo, non solo negli ambienti colti. La pubblicazione del romanzo leviano significò per molti la scoperta della «civiltà contadina», di un mondo arcaico e sottosviluppato, dimenticato da Dio e dagli uomini, ed ebbe l’innegabile merito di riportare il Mezzogiorno al centro del dibattito politico e culturale, dopo la lunga parentesi del fascismo, che di fatto aveva negato l’esistenza di una ‘questione meridionale’. Potremmo addirittura dire che il romanzo di Levi ha cambiato, se non la storia, certamente il destino della Lucania/Basilicata: come la Storia umana si divide in un “prima di Cristo” e in un “dopo Cristo”, così la storia lucana si divide in un “prima del Cristo di Levi” e un “dopo il Cristo di Levi”. Negli anni Cinquanta e Sessanta sono stati molti gli studiosi di scienze sociali che si sono recati nel Mezzogiorno per effettuare le loro indagini sul campo e la terra lucana è diventata la regione privilegiata da antropologi, etnologi e sociologi: da George Peck a Frederick G. Friedmann, da John Davis a Tullio Tentori, da Ernesto De Martino a Edward C. Banfield. A dieci anni di distanza dalla pubblicazione del ‘memoriale’ leviano, Banfield condusse una ricerca sociologica su Chiaromonte, un paese della provincia di Potenza. Il rapporto conclusivo uscì in America, nel 1958, con il titolo The Moral Basis of a Backward Society, mentre in Italia apparve in un primo momento, nel 1961, con il titolo Una comunità del Mezzogiorno e in seguito, nel 1976, con il titolo Le basi morali di una società arretrata. Lo studioso americano per interpretare il sistema delle relazioni della piccola comunità lucana, coniò il termine ‘familismo amorale’, la cui filosofia si può sintetizzare nel modo seguente: «Massimizzare i vantaggi materiali e immediati della famiglia nucleare; supporre che tutti gli altri si comportino allo stesso modo».
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