Con una diversa angolazione di lettura delle Confessioni d’un Italiano di Ippolito Nievo, in cui si collega la situazione della Grecia alla condizione dell’Italia nella prima metà dell’Ottocento, l’una e l’altra culle di civiltà, ma prive di uno Stato unitario, si rileva come la fervida e prodigiosa immaginazione del giovane autore, acuto interprete della cultura risorgimentale preunitaria, riesca a fare assurgere il tormentato cammino del popolo ellenico verso la libertà a suggestivo ed eroico evento, esemplare per una via nazionale italiana all’indipendenza e all’unità. Un’articolata analisi fa, quindi, emergere la necessità, per dare vita narrativa a questa componente, di personaggi che, pur traendo ispirazione dalla storia, fossero anzitutto d’invenzione, tali da consentire a Nievo un maggiore respiro diegetico, un naturale e verisimile inserimento nella trama del romanzo, giunta ormai all’altezza del capitolo decimoquarto, dove la tensione dei capitoli precedenti si andava allentando e si avvertiva la necessità di dare altre direzioni al racconto. Questo percorso ermeneutico consente anche di comprendere in che modo, in un contesto decisamente storico, ma ricreato dallo scrittore con una certa disinvoltura e autonomia verso le fonti storiografiche, un fondamentale personaggio di invenzione, quale è Aglaura, riesca a svolgere un ruolo speculare, sia per il suo ardore di libertà e per la passione repubblicana, sia per il compito intrinsecamente romanzesco di una più complessa e ambigua variatio sul piano del desiderio, rispetto a quello predominante della Pisana. Di conseguenza, l’altro punto di approdo dell’indagine critica consiste nel mettere definitivamente a fuoco che, se la retorica patriottica e lo schema ideologico-risorgimentale di Nievo spesso privano i personaggi della loro struttura vitale, cristallizzandoli in simboli della riscossa ellenica o in allegorie della via nazionale italiana all’indipendenza, l’intuito del narratore rende più realisticamente persuasivi gli eventi successivi della componente ellenica del romanzo con l’invenzione e l’inserimento dell’avvicendarsi generazionale, nella duplice funzione di emblematica trasmissione di valori civili e politici, di portavoce della sua inconscia proiezione autobiografica.

«Eredità di grandi e nobili azioni»: la libertà del popolo greco come paradigma dell'indipendenza italiana nelle "Confessioni" di Nievo

GIULIO, Rosa
2012-01-01

Abstract

Con una diversa angolazione di lettura delle Confessioni d’un Italiano di Ippolito Nievo, in cui si collega la situazione della Grecia alla condizione dell’Italia nella prima metà dell’Ottocento, l’una e l’altra culle di civiltà, ma prive di uno Stato unitario, si rileva come la fervida e prodigiosa immaginazione del giovane autore, acuto interprete della cultura risorgimentale preunitaria, riesca a fare assurgere il tormentato cammino del popolo ellenico verso la libertà a suggestivo ed eroico evento, esemplare per una via nazionale italiana all’indipendenza e all’unità. Un’articolata analisi fa, quindi, emergere la necessità, per dare vita narrativa a questa componente, di personaggi che, pur traendo ispirazione dalla storia, fossero anzitutto d’invenzione, tali da consentire a Nievo un maggiore respiro diegetico, un naturale e verisimile inserimento nella trama del romanzo, giunta ormai all’altezza del capitolo decimoquarto, dove la tensione dei capitoli precedenti si andava allentando e si avvertiva la necessità di dare altre direzioni al racconto. Questo percorso ermeneutico consente anche di comprendere in che modo, in un contesto decisamente storico, ma ricreato dallo scrittore con una certa disinvoltura e autonomia verso le fonti storiografiche, un fondamentale personaggio di invenzione, quale è Aglaura, riesca a svolgere un ruolo speculare, sia per il suo ardore di libertà e per la passione repubblicana, sia per il compito intrinsecamente romanzesco di una più complessa e ambigua variatio sul piano del desiderio, rispetto a quello predominante della Pisana. Di conseguenza, l’altro punto di approdo dell’indagine critica consiste nel mettere definitivamente a fuoco che, se la retorica patriottica e lo schema ideologico-risorgimentale di Nievo spesso privano i personaggi della loro struttura vitale, cristallizzandoli in simboli della riscossa ellenica o in allegorie della via nazionale italiana all’indipendenza, l’intuito del narratore rende più realisticamente persuasivi gli eventi successivi della componente ellenica del romanzo con l’invenzione e l’inserimento dell’avvicendarsi generazionale, nella duplice funzione di emblematica trasmissione di valori civili e politici, di portavoce della sua inconscia proiezione autobiografica.
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