La ripresa dell’emigrazione interna in Italia dalla seconda metà degli anni ’90 ha mostrato il rinnovo di più marcate differenziazioni territoriali nell’economia italiana, nonostante il maggior dinamismo di alcune regioni meridionali proprio in questa fase. Tuttavia la ripresa di questa tendenza è stata oscurata, da un lato, dalla più forte dinamica dell’emigrazione dall’estero e, dall’altro, dal fatto che l’analisi si è concentrata esclusivamente sull’assunzione di un carattere prevalentemente qualificato della recente migrazione, oscurando la continuità dell’emigrazione di tipo operaio e a bassa qualificazione che rimane ancora oggi una costante dell’emigrazione interna italiana. Se queste tendenze vanno inserite all’interno di un processo più ampio di mobilità territoriale, che a volte prescinde dalla semplice ricerca di lavoro, allo stesso tempo le cause che sono alla base dei movimenti migratori interni trovano di nuovo riscontro nel permanere e nell’accentuarsi di un gap nello sviluppo economico e nella qualità dei servizi tra le regioni italiane. Tuttavia la recente crisi economica e il continuo processo di deregolamentazione del mercato del lavoro e non ultimo la maggiore presenza dell’emigrazione straniera hanno complicato l’analisi di queste tendenze perlomeno per ciò che attiene ai fattori di attrazione a differenza dei fattori di spinta (espulsione) rimasti pressoché identici.
Le migrazioni interne dal Mezzogiorno tra ricerca di lavoro e mobilità occupazionale
BUBBICO, Davide
2012-01-01
Abstract
La ripresa dell’emigrazione interna in Italia dalla seconda metà degli anni ’90 ha mostrato il rinnovo di più marcate differenziazioni territoriali nell’economia italiana, nonostante il maggior dinamismo di alcune regioni meridionali proprio in questa fase. Tuttavia la ripresa di questa tendenza è stata oscurata, da un lato, dalla più forte dinamica dell’emigrazione dall’estero e, dall’altro, dal fatto che l’analisi si è concentrata esclusivamente sull’assunzione di un carattere prevalentemente qualificato della recente migrazione, oscurando la continuità dell’emigrazione di tipo operaio e a bassa qualificazione che rimane ancora oggi una costante dell’emigrazione interna italiana. Se queste tendenze vanno inserite all’interno di un processo più ampio di mobilità territoriale, che a volte prescinde dalla semplice ricerca di lavoro, allo stesso tempo le cause che sono alla base dei movimenti migratori interni trovano di nuovo riscontro nel permanere e nell’accentuarsi di un gap nello sviluppo economico e nella qualità dei servizi tra le regioni italiane. Tuttavia la recente crisi economica e il continuo processo di deregolamentazione del mercato del lavoro e non ultimo la maggiore presenza dell’emigrazione straniera hanno complicato l’analisi di queste tendenze perlomeno per ciò che attiene ai fattori di attrazione a differenza dei fattori di spinta (espulsione) rimasti pressoché identici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.