La qualità ambientale globale è legata alle condizioni di comfort microclimatico, acustico e visivo; tutti questi aspetti interagiscono strettamente tra loro e con le proble-matiche legate al risparmio energetico, a sua volta legato a problemi di inquinamento outdoor (UNI, 2008a; ASHRAE, 2010). Tale interazione può essere di tipo antagonista, quando un fattore si oppone ad un altro, preventivo, quando un fattore contrasta l'effetto negativo di un altro, additivo, quando il risultato finale è dato dalla somma di quelli relativi ai singoli fattori, sinergico, quando l'effetto dell'interazione è maggiore di quello additivo. Si pensi al caso classico della finestra, che rappresenta un fattore "posi-tivo" ai fini dell'illuminazione naturale, dell'ingresso in ambiente della radiazione solare nella stagione invernale (d'Ambrosio Alfano et al., 2006) e dell'isolamento dal rumore esterno; contemporaneamente, però, la stessa finestra è un fattore "negativo" ai fini del discomfort termoigrometrico locale, della qualità dell'aria (quando perfettamente a tenuta) e del risparmio energetico (in quanto costituisce un elemento disperdente ed un ponte termico). Negli ambienti di lavoro del terziario la qualità ambientale globale è facilmente rea-lizzabile. Diversa è la situazione negli ambienti industriali, nei quali le esigenze di pro-cesso spesso impongono condizioni ambientali tali da comportare rischi per la salute; per questo motivo, la loro valutazione prevede protocolli complessi ed integrati, che coinvolgono competenze specifiche di professionalità diverse. D'altra parte, tale valutazione è una necessità sempre più stringente, dal momento che è strettamente legata alla sicurezza dei lavoratori oltre che, come ormai ampiamente dimostrato (Wargocki et al., 2008), all'aumento della produttività.
L'ambiente termico nell'industria
D'AMBROSIO, Francesca Romana
2011-01-01
Abstract
La qualità ambientale globale è legata alle condizioni di comfort microclimatico, acustico e visivo; tutti questi aspetti interagiscono strettamente tra loro e con le proble-matiche legate al risparmio energetico, a sua volta legato a problemi di inquinamento outdoor (UNI, 2008a; ASHRAE, 2010). Tale interazione può essere di tipo antagonista, quando un fattore si oppone ad un altro, preventivo, quando un fattore contrasta l'effetto negativo di un altro, additivo, quando il risultato finale è dato dalla somma di quelli relativi ai singoli fattori, sinergico, quando l'effetto dell'interazione è maggiore di quello additivo. Si pensi al caso classico della finestra, che rappresenta un fattore "posi-tivo" ai fini dell'illuminazione naturale, dell'ingresso in ambiente della radiazione solare nella stagione invernale (d'Ambrosio Alfano et al., 2006) e dell'isolamento dal rumore esterno; contemporaneamente, però, la stessa finestra è un fattore "negativo" ai fini del discomfort termoigrometrico locale, della qualità dell'aria (quando perfettamente a tenuta) e del risparmio energetico (in quanto costituisce un elemento disperdente ed un ponte termico). Negli ambienti di lavoro del terziario la qualità ambientale globale è facilmente rea-lizzabile. Diversa è la situazione negli ambienti industriali, nei quali le esigenze di pro-cesso spesso impongono condizioni ambientali tali da comportare rischi per la salute; per questo motivo, la loro valutazione prevede protocolli complessi ed integrati, che coinvolgono competenze specifiche di professionalità diverse. D'altra parte, tale valutazione è una necessità sempre più stringente, dal momento che è strettamente legata alla sicurezza dei lavoratori oltre che, come ormai ampiamente dimostrato (Wargocki et al., 2008), all'aumento della produttività.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.