La nostra società vive il paradosso di valorizzare la vecchiaia nel segno della sua capacità attiva e di svalutare al contempo i giovani, che non riescono più ad accedere ai posti di lavoro e ai centri decisionali. Eppure questo tipo di approccio, evidentemente biopolitico perché considera gli anziani solo dal punto di vista biologico, trascura le specificità di ogni individuo e nasconde una logica economica di ottimizzazione e problem solving che penalizza chi non riesce a mantenersi dinamico e giovanile. L’invecchiamento attivo è senz’altro positivo se serve a superare la passività propria del vecchio welfare burocratizzato, ma coglie nel segno solo laddove spinga l’anziano all’autodeterminazione e all’inventiva e non a corrispondere a un’immagine tanto stereotipata quanto fasulla di riuscita, salute ed efficienza a tutti i costi.
Titolo: | Invecchiare e rimanere attivi. Una promessa o una minaccia |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2013 |
Rivista: | |
Abstract: | La nostra società vive il paradosso di valorizzare la vecchiaia nel segno della sua capacità attiva e di svalutare al contempo i giovani, che non riescono più ad accedere ai posti di lavoro e ai centri decisionali. Eppure questo tipo di approccio, evidentemente biopolitico perché considera gli anziani solo dal punto di vista biologico, trascura le specificità di ogni individuo e nasconde una logica economica di ottimizzazione e problem solving che penalizza chi non riesce a mantenersi dinamico e giovanile. L’invecchiamento attivo è senz’altro positivo se serve a superare la passività propria del vecchio welfare burocratizzato, ma coglie nel segno solo laddove spinga l’anziano all’autodeterminazione e all’inventiva e non a corrispondere a un’immagine tanto stereotipata quanto fasulla di riuscita, salute ed efficienza a tutti i costi. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11386/4252256 |
Appare nelle tipologie: | 1.1.2 Articolo su rivista con ISSN |