Lo studioso delle religioni romeno Ioan Petru Culianu (1950-1991) si formò alla scuola di Mircea Eliade (1907-1986) e di Ugo Bianchi (1922- 1995), seguendo un percorso parallelo a quello dell’autore del presente articolo. Dopo aver indagato in chiave storico-religiosa tematiche ereditate dai suoi maestri (l’estasi e i viaggi dell’anima; gnosticismo e dualismo), già alla fine degli anni Settanta – ma soprattutto dopo la morte del suo primo maestro nel 1986 e la definitiva chiamata alla Università di Chicago nel 1989 – si dichiarò insoddisfatto degli approcci storici tradizionali e propose un metodo, da lui stesso definito cognitivo, che si prefiggeva di superare le aporie, di segno contrario, dello storicismo e dello strutturalismo riducendo i fatti religiosi (e l’intera produzione intellettuale umana) alla dimensione puramente mentale. In ultima analisi, tutte le religioni non sarebbero nient’altro che mappe della mente umana, formatesi in seguito a un processo di morfodinamica retta da una logica di calcolo computazionale a base binaria (con una secca alternativa tra vero o falso), analogo a quello su cui si basa il funzionamento delle intelligenze artificiali. L’approccio cognitivo di Culianu, come in genere tutti quelli che si richiamano alla cosiddetta “scienza cognitiva della religione”, si presenta – nella prospettiva di chi scrive – come un sistema ermeneutico inadeguato a spiegare la complessità dei processi di formazione storicoreligiosa, basandosi su una epistemologia forte che trascura la dimensione fuzzy delle realtà umane concrete. The Romanian scholar of religions Ioan Petru Culianu (1950-1991) trained under Mircea Eliade (1907-1986) and Ugo Bianchi (1922-1995), following an itinerary parallel to that of the present writer. As a historian of religions, he researched topics inherited from his mentors (ecstasies and otherworldly journeys; Gnosticism and dualism) at the beginning of his career. By the end of the 70s, however, and especially after the death of his first mentor in 1986 and his transfer to the University of Chicago in 1989, he found himself dissatisfied with traditional historical approaches and proposed a method, which he himself defined as cognitive, aimed at overcoming the opposing apories of historicism and structuralism by reducing religions (along with the entire human intellectual production) to a merely mental dimension. Consequently, all religions were nothing but mental maps shaped by a morphodynamic process based on the logic of a binary computation involving a sharp distinction between truth and falsehood, similar to the laws governing artificial intelligences. It is our view that Culianu’s cognitive approach – based on a strong epistemology that disregards the fuzzy dimension of concrete human realities – seems to be an inadequate hermeneutical system for explaining the complexity of the processes of historical- religious formation, as is generally the case with all the approaches included in the category known as the ‘cognitive science of religion’.

Ermeneutica del dualismo e logica binaria: Ioan Petru Culianu da Mircea Eliade e Ugo Bianchi a Raimondo Lullo

CASADIO, Giovanni
2013-01-01

Abstract

Lo studioso delle religioni romeno Ioan Petru Culianu (1950-1991) si formò alla scuola di Mircea Eliade (1907-1986) e di Ugo Bianchi (1922- 1995), seguendo un percorso parallelo a quello dell’autore del presente articolo. Dopo aver indagato in chiave storico-religiosa tematiche ereditate dai suoi maestri (l’estasi e i viaggi dell’anima; gnosticismo e dualismo), già alla fine degli anni Settanta – ma soprattutto dopo la morte del suo primo maestro nel 1986 e la definitiva chiamata alla Università di Chicago nel 1989 – si dichiarò insoddisfatto degli approcci storici tradizionali e propose un metodo, da lui stesso definito cognitivo, che si prefiggeva di superare le aporie, di segno contrario, dello storicismo e dello strutturalismo riducendo i fatti religiosi (e l’intera produzione intellettuale umana) alla dimensione puramente mentale. In ultima analisi, tutte le religioni non sarebbero nient’altro che mappe della mente umana, formatesi in seguito a un processo di morfodinamica retta da una logica di calcolo computazionale a base binaria (con una secca alternativa tra vero o falso), analogo a quello su cui si basa il funzionamento delle intelligenze artificiali. L’approccio cognitivo di Culianu, come in genere tutti quelli che si richiamano alla cosiddetta “scienza cognitiva della religione”, si presenta – nella prospettiva di chi scrive – come un sistema ermeneutico inadeguato a spiegare la complessità dei processi di formazione storicoreligiosa, basandosi su una epistemologia forte che trascura la dimensione fuzzy delle realtà umane concrete. The Romanian scholar of religions Ioan Petru Culianu (1950-1991) trained under Mircea Eliade (1907-1986) and Ugo Bianchi (1922-1995), following an itinerary parallel to that of the present writer. As a historian of religions, he researched topics inherited from his mentors (ecstasies and otherworldly journeys; Gnosticism and dualism) at the beginning of his career. By the end of the 70s, however, and especially after the death of his first mentor in 1986 and his transfer to the University of Chicago in 1989, he found himself dissatisfied with traditional historical approaches and proposed a method, which he himself defined as cognitive, aimed at overcoming the opposing apories of historicism and structuralism by reducing religions (along with the entire human intellectual production) to a merely mental dimension. Consequently, all religions were nothing but mental maps shaped by a morphodynamic process based on the logic of a binary computation involving a sharp distinction between truth and falsehood, similar to the laws governing artificial intelligences. It is our view that Culianu’s cognitive approach – based on a strong epistemology that disregards the fuzzy dimension of concrete human realities – seems to be an inadequate hermeneutical system for explaining the complexity of the processes of historical- religious formation, as is generally the case with all the approaches included in the category known as the ‘cognitive science of religion’.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4436057
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