Scritto nel XIV secolo da Arnaut Vidal de Castelnaudary, il romanzo di Guillem della Barra rientra in quelle poche composizioni narrative medievali, in lingua occitana, che riporta la firma dell'autore. E' una tipica storia di avventura e cavalleria nella quale predominano i temi della difesa della fede cristiana, dell'estrema lealtà al proprio signore, della caduta in disgrazia per colpe non commesse e del tentativo di una conseguente riabilitazione personale. Guillem, eroe del romanzo, è un personaggio versatile che, nel corso delle sue avventure, cambia stile di vita nascondendo la sua vera identità. Appare nelle vesti di un prode cavaliere impegnato in ardui scontri vittoriosi contro i pagani, in quelle di cavaliere disonorato e diseredato in un'estenuante fuga dall'ira del proprio signore e ancora di un padre sconsolato alla ricerca disperata dei propri figli; come un ricco e potente signore e un misero questuante, come un valoroso guerriero e uno schivo precettore. Lo spirito epico si fonde con quello cavalleresco, la drammaticità con l'ironia che, a volte, sfocia addirittura nella comicità, il tutto condensato in una narrazione anch'essa poliedrica e polifonica che riprende e rielabora tematiche popolari appartenenti sia al folclore che a diversi generi letterari.

Las aventuras de monsenher Guillem de la Barra

GALANO, Sabrina
2014-01-01

Abstract

Scritto nel XIV secolo da Arnaut Vidal de Castelnaudary, il romanzo di Guillem della Barra rientra in quelle poche composizioni narrative medievali, in lingua occitana, che riporta la firma dell'autore. E' una tipica storia di avventura e cavalleria nella quale predominano i temi della difesa della fede cristiana, dell'estrema lealtà al proprio signore, della caduta in disgrazia per colpe non commesse e del tentativo di una conseguente riabilitazione personale. Guillem, eroe del romanzo, è un personaggio versatile che, nel corso delle sue avventure, cambia stile di vita nascondendo la sua vera identità. Appare nelle vesti di un prode cavaliere impegnato in ardui scontri vittoriosi contro i pagani, in quelle di cavaliere disonorato e diseredato in un'estenuante fuga dall'ira del proprio signore e ancora di un padre sconsolato alla ricerca disperata dei propri figli; come un ricco e potente signore e un misero questuante, come un valoroso guerriero e uno schivo precettore. Lo spirito epico si fonde con quello cavalleresco, la drammaticità con l'ironia che, a volte, sfocia addirittura nella comicità, il tutto condensato in una narrazione anch'essa poliedrica e polifonica che riprende e rielabora tematiche popolari appartenenti sia al folclore che a diversi generi letterari.
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