Eva, Pandora, Gaia: divinità o semplici esseri umani, le donne occupano da sempre un ruolo centrale nelle vicende dell’umanità. Non c’è aspetto della nostra società, della nostra storia e della nostra cultura che non rechi una marcata impronta femminile. Anche nella Grecia antica, a volte semplicisticamente bollata come ‘maschilista’ – abusando tra l’altro di una categoria pienamente moderna –, i grandi eroi (Achille, Ettore, Ulisse) dividono sia il racconto dell’epos sia la scena del teatro con donne altrettanto straordinarie (Elena, Andromaca, Penelope). Donne queste che appartengono sì alla favola bella del mito, ma che incarnano sentimenti pienamente umani: sono madri, mogli e amanti, sono regine e schiave, personaggi incredibilmente forti, ma anche vittime delle loro eccessive passioni. Proprio una straordinaria e, spesso, dolente umanità caratterizza il personaggio di Fedra, cui questo volume è dedicato; ed è sempre questa umanità che ha fatto sì che la regina cretese, moglie di Teseo e madre/amante di Ippolito, abbia potuto rinascere continuamente: portata in scena per ben due volte da Euripide – un unicum nella storia drammaturgica dei Greci – Fedra ha lasciato l’acropoli di Atene e il Teatro 8 di Dioniso per giungere, attraversando i secoli, e rivivere nella Francia del Re Sole, nella Spagna franchista o nella Russia della rivoluzione bolscevica. Questo percorso dal passato al presente compiuto dall’immortale Fedra ho provato a disegnare e racchiudere nelle pagine di questo libro nel quale l’Eternità del mito va a fondersi e a confondersi con l’Eternità dei miei più cari e sinceri Affetti.

Il dolore di Fedra tra passato e presente

VOLPE, Paola
2014-01-01

Abstract

Eva, Pandora, Gaia: divinità o semplici esseri umani, le donne occupano da sempre un ruolo centrale nelle vicende dell’umanità. Non c’è aspetto della nostra società, della nostra storia e della nostra cultura che non rechi una marcata impronta femminile. Anche nella Grecia antica, a volte semplicisticamente bollata come ‘maschilista’ – abusando tra l’altro di una categoria pienamente moderna –, i grandi eroi (Achille, Ettore, Ulisse) dividono sia il racconto dell’epos sia la scena del teatro con donne altrettanto straordinarie (Elena, Andromaca, Penelope). Donne queste che appartengono sì alla favola bella del mito, ma che incarnano sentimenti pienamente umani: sono madri, mogli e amanti, sono regine e schiave, personaggi incredibilmente forti, ma anche vittime delle loro eccessive passioni. Proprio una straordinaria e, spesso, dolente umanità caratterizza il personaggio di Fedra, cui questo volume è dedicato; ed è sempre questa umanità che ha fatto sì che la regina cretese, moglie di Teseo e madre/amante di Ippolito, abbia potuto rinascere continuamente: portata in scena per ben due volte da Euripide – un unicum nella storia drammaturgica dei Greci – Fedra ha lasciato l’acropoli di Atene e il Teatro 8 di Dioniso per giungere, attraversando i secoli, e rivivere nella Francia del Re Sole, nella Spagna franchista o nella Russia della rivoluzione bolscevica. Questo percorso dal passato al presente compiuto dall’immortale Fedra ho provato a disegnare e racchiudere nelle pagine di questo libro nel quale l’Eternità del mito va a fondersi e a confondersi con l’Eternità dei miei più cari e sinceri Affetti.
2014
9788883035791
9788883035807
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4559857
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