Il saggio intende mostrare come nella visione cosmopolita della realtà sociale che attraversa l’opera durkheimiana trovi spazio, insieme a una morale, una dimensione propriamente estetica. Quest’ultima emerge dalla teoria del rituale che Durkheim elabora ne Le forme elementari della vita religiosa e, in particolare, dall’analisi di quelle pratiche rituali intertribali che l’autore pone a fondamento dell’internazionalismo religioso, tipico delle società aborigene australiane. Percorrendo questa strada, il saggio si pone due obiettivi. Il primo è quello di confutare la tesi, spesso associata allo stesso Durkheim, che vede nel rituale una pratica in grado di generare soltanto forme di solidarietà escludenti. Il secondo è quello di delineare il contributo che la teoria durkheimiana del rituale può offrire a una migliore comprensione di quella che alcuni studiosi hanno definito come la formazione di una “sfera culturale cosmopolita” e dei fenomeni a quest’ultima ascrivibili, come i festival. Ciò che lega questa riflessione a quella durkheimiana sul rito – si sostiene – è rappresentato dalla raffigurazione che Durkheim offre della ritualità come esperienza estetica.
Il cosmopolitismo come esperienza estetica: il contributo della teoria durkheimiana del rituale
VERDERAME, Dario
2014-01-01
Abstract
Il saggio intende mostrare come nella visione cosmopolita della realtà sociale che attraversa l’opera durkheimiana trovi spazio, insieme a una morale, una dimensione propriamente estetica. Quest’ultima emerge dalla teoria del rituale che Durkheim elabora ne Le forme elementari della vita religiosa e, in particolare, dall’analisi di quelle pratiche rituali intertribali che l’autore pone a fondamento dell’internazionalismo religioso, tipico delle società aborigene australiane. Percorrendo questa strada, il saggio si pone due obiettivi. Il primo è quello di confutare la tesi, spesso associata allo stesso Durkheim, che vede nel rituale una pratica in grado di generare soltanto forme di solidarietà escludenti. Il secondo è quello di delineare il contributo che la teoria durkheimiana del rituale può offrire a una migliore comprensione di quella che alcuni studiosi hanno definito come la formazione di una “sfera culturale cosmopolita” e dei fenomeni a quest’ultima ascrivibili, come i festival. Ciò che lega questa riflessione a quella durkheimiana sul rito – si sostiene – è rappresentato dalla raffigurazione che Durkheim offre della ritualità come esperienza estetica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.