Appare indiscutibile il fatto che nella storia umana l’espressione «bene comune» abbia generato uno squilibrio tra il bene cercato dai singoli individui e il bene della società intesa nel suo complesso. Ma cosa debba intendersi per «bene comune» e quale sia stato il suo significato all’alba di un’Europa sei-settecentesca annunciatrice di nuovi principi razionalistici ed empiristici nell’ordine politico-sociale ed economico, inaugurando altresì come prassi sociale i criteri dell’«utilità» e della «filantropia» e, sul piano dell’ordine religioso, il principio dell’«Essere Supremo» esente da ogni dogmatismo, costituisce l'argomento di questo saggio.
Il pensiero sociale cristiano tra modernità e contemporaneità. Qualche considerazione storica
TORTORA, Alfonso
2015-01-01
Abstract
Appare indiscutibile il fatto che nella storia umana l’espressione «bene comune» abbia generato uno squilibrio tra il bene cercato dai singoli individui e il bene della società intesa nel suo complesso. Ma cosa debba intendersi per «bene comune» e quale sia stato il suo significato all’alba di un’Europa sei-settecentesca annunciatrice di nuovi principi razionalistici ed empiristici nell’ordine politico-sociale ed economico, inaugurando altresì come prassi sociale i criteri dell’«utilità» e della «filantropia» e, sul piano dell’ordine religioso, il principio dell’«Essere Supremo» esente da ogni dogmatismo, costituisce l'argomento di questo saggio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.