Come tutti gli ‘irregolari’ e i ‘rari’ – come sempre è stato qualificato -, lo scrittore uruguaiano Felisberto Hernándezcercò maestri, li ammiròsenza tentennamenti, pensò di averli incontrati, in diverse tappe della sua vita, in José Pedro Bellán, Carlos Vaz Ferreira, Jules Supervielle, Alfredo Cáceres. Ma senza dubbio la persona che più ha influito sul suo sviluppo umano, culturale e artistico è stata Celina (in realtà, Cecilia) Moulié, la sua maestra di piano dall’età di dieci anni, che svegliò in lui i primi desideri e pensieri di adulto, come egli stesso racconta nel romanzo di formazione, di chiara impronta autobiografica, El caballo perdido (1943), e in molte lettere, ricordi, frammenti della sua opera, visionaria ma sempre profondamente ancorata alla sua biografia e al suo tempo. InEl caballo perdido si evidenzia come, attraverso –o grazie a– la relazione estremamente intensa con Celina, comincia quello scavo nella memoria escoperta dell’ ‘altro’–bambino versus adulto– che sarà fondamentale in tutta la sua produzione. Le numerosee a volte divergenti elaborazioni letterarie del ricordo naturalmente confermano, da un lato, la libertà con cui si muove rispetto alla realtàe, dall’altro, la unità psicologica del narratore dei diversi testi.
Maestras, caballos y gallinas en la infancia de Felisberto Hernández
GRILLO, Rosa Maria
2015
Abstract
Come tutti gli ‘irregolari’ e i ‘rari’ – come sempre è stato qualificato -, lo scrittore uruguaiano Felisberto Hernándezcercò maestri, li ammiròsenza tentennamenti, pensò di averli incontrati, in diverse tappe della sua vita, in José Pedro Bellán, Carlos Vaz Ferreira, Jules Supervielle, Alfredo Cáceres. Ma senza dubbio la persona che più ha influito sul suo sviluppo umano, culturale e artistico è stata Celina (in realtà, Cecilia) Moulié, la sua maestra di piano dall’età di dieci anni, che svegliò in lui i primi desideri e pensieri di adulto, come egli stesso racconta nel romanzo di formazione, di chiara impronta autobiografica, El caballo perdido (1943), e in molte lettere, ricordi, frammenti della sua opera, visionaria ma sempre profondamente ancorata alla sua biografia e al suo tempo. InEl caballo perdido si evidenzia come, attraverso –o grazie a– la relazione estremamente intensa con Celina, comincia quello scavo nella memoria escoperta dell’ ‘altro’–bambino versus adulto– che sarà fondamentale in tutta la sua produzione. Le numerosee a volte divergenti elaborazioni letterarie del ricordo naturalmente confermano, da un lato, la libertà con cui si muove rispetto alla realtàe, dall’altro, la unità psicologica del narratore dei diversi testi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.