Si analizza il carattere eversivo di una nuova e inquieta femminilità, che, rappresentata da un sorprendente Nievo, nostro contemporaneo, con fine capacità introspettiva, si rivela graduata dall’energia labirintica e sfuggente dei desideri, affioranti, segreti e profondi, irregolari e contraddittori, negli episodi più emblematici e significativi del romanzo. Al centro dell’indagine sono tutte le complesse traiettorie diegetiche, che si distanziano e si intersecano secondo un ritmo narrativo non banalmente superficiale, ma modulato e controllato dalla precoce consapevolezza metaletteraria del giovane autore: da un’infanzia inquieta tra innocenza e malizia alle molteplici parabole esistenziali di amori clandestini e di tensioni incestuose, dai sofferti doveri verso la patria agli oscuri e insondabili meandri subliminali che spingono i protagonisti a fughe improvvise e a imprevisti ritorni in una vasta opera polifonica, dotata anche di un irresistibile «fascino romanzesco», secondo un illuminante giudizio di Italo Calvino, dato in un’intervista a Maria Corti e riportato in esergo.

Illuminazioni del Moderno e femminilità eversive nelle «Confessioni» di Ippolito Nievo

GIULIO, Rosa
2015-01-01

Abstract

Si analizza il carattere eversivo di una nuova e inquieta femminilità, che, rappresentata da un sorprendente Nievo, nostro contemporaneo, con fine capacità introspettiva, si rivela graduata dall’energia labirintica e sfuggente dei desideri, affioranti, segreti e profondi, irregolari e contraddittori, negli episodi più emblematici e significativi del romanzo. Al centro dell’indagine sono tutte le complesse traiettorie diegetiche, che si distanziano e si intersecano secondo un ritmo narrativo non banalmente superficiale, ma modulato e controllato dalla precoce consapevolezza metaletteraria del giovane autore: da un’infanzia inquieta tra innocenza e malizia alle molteplici parabole esistenziali di amori clandestini e di tensioni incestuose, dai sofferti doveri verso la patria agli oscuri e insondabili meandri subliminali che spingono i protagonisti a fughe improvvise e a imprevisti ritorni in una vasta opera polifonica, dotata anche di un irresistibile «fascino romanzesco», secondo un illuminante giudizio di Italo Calvino, dato in un’intervista a Maria Corti e riportato in esergo.
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