Dai tarocchi di Marsiglia ai tarocchi del mazzo visconteo Calvino sviluppò il rapporto tra figura e scrittura, tra immagine e testo. Si trattò di una complicata esperienza letteraria alla scoperta di quella “macchina narrativa combinatoria” che non gli riuscì mai di definire organicamente, nonostante il provvisorio approdo ai due scritti Il castello dei destini incrociati e La taverna dei destini incrociati. Su questo complesso rapporto tra l’arte dello scrivere e quella dell’esprimersi per immagini si avvia qui una riflessione, anche con riferimento all’uso rinascimentale delle figure dei tarocchi come gioco di abilità verbale e di identità sociale
Figure finite e infinite storie: i tarocchi tra immagine e racconto in Calvino.
CHIRICO, Irene
2016
Abstract
Dai tarocchi di Marsiglia ai tarocchi del mazzo visconteo Calvino sviluppò il rapporto tra figura e scrittura, tra immagine e testo. Si trattò di una complicata esperienza letteraria alla scoperta di quella “macchina narrativa combinatoria” che non gli riuscì mai di definire organicamente, nonostante il provvisorio approdo ai due scritti Il castello dei destini incrociati e La taverna dei destini incrociati. Su questo complesso rapporto tra l’arte dello scrivere e quella dell’esprimersi per immagini si avvia qui una riflessione, anche con riferimento all’uso rinascimentale delle figure dei tarocchi come gioco di abilità verbale e di identità socialeFile | Dimensione | Formato | |
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