Alfieri non approda al concetto di patria, perché per lui una patria senza libertà non può esistere. È una libertà ancora apollinea e la patria, che gli si configura come qualcosa di astratto, con lineamenti fantastici, ideali, è la patria dei superuomini, platonica. Si comprende dunque la “virtù sconosciuta” di Jacopo, che, se richiama quella di Gori Gandellini, a cui è stata preclusa la possibilità di esplicarla, è invece manifesta e reale per Ortis, convinto che la conoscenza della nobiltà d’animo e i grandi valori morali possano essere d’utilità pubblica.
Ethos, pathos e sublime: Ortis e la Virtù sconosciuta di Vittorio Alfieri
SANTOLI, Carlo
2014
Abstract
Alfieri non approda al concetto di patria, perché per lui una patria senza libertà non può esistere. È una libertà ancora apollinea e la patria, che gli si configura come qualcosa di astratto, con lineamenti fantastici, ideali, è la patria dei superuomini, platonica. Si comprende dunque la “virtù sconosciuta” di Jacopo, che, se richiama quella di Gori Gandellini, a cui è stata preclusa la possibilità di esplicarla, è invece manifesta e reale per Ortis, convinto che la conoscenza della nobiltà d’animo e i grandi valori morali possano essere d’utilità pubblica.File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.