La ricostruzione post bellica spesso costituisce un vero e proprio laboratorio di sperimentazione di nuovi linguaggi architettonici e l’occasione per una riflessione generale sullo sviluppo urbano. Nel secondo dopoguerra, in particolare, la necessità di ripristinare quanto perduto sovente si intreccia con l’esigenza di garantire in tempi rapidi nuove abitazioni e servizi per le città in espansione. All’indomani del secondo conflitto mondiale, anche Salerno, duramente colpita dalle incursioni aeree alleate, rientra nell’elenco di città obbligate a dotarsi di un Piano di Ricostruzione. Uno strumento che, basandosi su criteri di rapidità, efficienza ed economia, intende risolvere il problema di abitazioni, strutture pubbliche e rivitalizzazione dei centri, ponendosi come riferimento normativo per le attività costruttive sia pubbliche che private. Questi Piani sono spesso redatti da professionisti locali che, in tempi brevissimi e grazie a procedure di approvazione molto rapide, tentano di disciplinare gli interventi edilizi nell’emergenza rinunciando a qualsivoglia velleità urbanistica. Ciò, ovviamente, si riflette sui contenuti tecnici, generalmente molto limitati, ridotti perlopiù a semplici allineamenti stradali e indicazioni planivolumetriche. A Salerno, invece, la situazione assume una connotazione differente, poiché la questione del Piano di Ricostruzione è strettamente connessa a quella del Piano Regolatore Generale, di cui la città risulta ancora sprovvista negli anni ’40
La ricostruzione di Salerno nel secondo dopoguerra
Talenti Simona
;Teodosio Annarita
2017-01-01
Abstract
La ricostruzione post bellica spesso costituisce un vero e proprio laboratorio di sperimentazione di nuovi linguaggi architettonici e l’occasione per una riflessione generale sullo sviluppo urbano. Nel secondo dopoguerra, in particolare, la necessità di ripristinare quanto perduto sovente si intreccia con l’esigenza di garantire in tempi rapidi nuove abitazioni e servizi per le città in espansione. All’indomani del secondo conflitto mondiale, anche Salerno, duramente colpita dalle incursioni aeree alleate, rientra nell’elenco di città obbligate a dotarsi di un Piano di Ricostruzione. Uno strumento che, basandosi su criteri di rapidità, efficienza ed economia, intende risolvere il problema di abitazioni, strutture pubbliche e rivitalizzazione dei centri, ponendosi come riferimento normativo per le attività costruttive sia pubbliche che private. Questi Piani sono spesso redatti da professionisti locali che, in tempi brevissimi e grazie a procedure di approvazione molto rapide, tentano di disciplinare gli interventi edilizi nell’emergenza rinunciando a qualsivoglia velleità urbanistica. Ciò, ovviamente, si riflette sui contenuti tecnici, generalmente molto limitati, ridotti perlopiù a semplici allineamenti stradali e indicazioni planivolumetriche. A Salerno, invece, la situazione assume una connotazione differente, poiché la questione del Piano di Ricostruzione è strettamente connessa a quella del Piano Regolatore Generale, di cui la città risulta ancora sprovvista negli anni ’40I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.