Il libro si propone di offrire un contributo alla ricostruzione del processo lungo il quale si sono progressivamente definiti i temi di riflessione, le prospettive di analisi e le categorie interpretative che hanno attraversato il dibattito sui giovani e le culture giovanili, dando vita a una tradizione e a un sapere oggi condivisi da un’ampia comunità scientifica internazionale. Assumendo come punto di osservazione privilegiato la prospettiva sociologica, nel libro vengono analizzati e discussi alcuni dei principali percorsi di analisi delle culture giovanili: le ricerche condotte nella dimensione urbana statunitense degli anni Venti e Trenta dalla Scuola sociologica di Chicago; il contributo di Karl Mannheim alla comprensione del fenomeno delle “generazioni” e della funzione sociologica della gioventù; l’ampio dibattito, inaugurato da Talcott Parsons, sviluppatosi negli Stati Uniti tra gli anni Quaranta e Cinquanta attorno alla categoria di “cultura giovanile”; le ricerche realizzate da Kenneth Keniston sul “dissenso” giovanile nel più ampio scenario della riflessione sulla protesta studentesca degli anni Sessanta; gli studi del Centre for Contemporary Cultural Studies dell’Università di Birmingham sull’esplosione spettacolare delle “sottoculture” elaborate dai giovani della working class inglese. Di ciascuno se ne ripercorrono le premesse storiche e teoriche, l’elaborazione e l’articolazione interna, gli aspetti critici di maggior rilievo e i contenuti di maggiore attualità. Ne risultano cinque contributi “molecolari” che, nella loro autonomia, offrono a chi pratica o si accosta all’analisi sociale l’opportunità di muoversi lungo la traiettoria che ha consentito alla ricerca sui giovani e le culture giovanili di acquisire un’identità distinta e riconoscibile. Allo stesso tempo, i capitoli sono presentati sotto forma di “discorsi” consapevolmente aperti, per offrire al lettore l’opportunità di imbastire un dialogo con le diverse prospettive affrontate nel corso del volume. In un periodo in cui la ricerca sui giovani e le culture giovanili vive una fase di ulteriore espansione e consolidamento, ma corre anche il rischio di smarrire il legame con il proprio retroterra, il libro invita a riesaminare premesse, contenuti, limiti e possibili sviluppi dei percorsi di analisi che ne hanno definito la tradizione, per cogliere le suggestioni che sanno offrire a un campo di studi costantemente in tensione e chiamato a riconoscere la pluralità delle forme attraverso le quali si manifestano le culture dei giovani, nel loro essere, ieri come oggi, Belli e dannati.
Belli e dannati. Percorsi di analisi delle culture giovanili
Merico Maurizio
2018-01-01
Abstract
Il libro si propone di offrire un contributo alla ricostruzione del processo lungo il quale si sono progressivamente definiti i temi di riflessione, le prospettive di analisi e le categorie interpretative che hanno attraversato il dibattito sui giovani e le culture giovanili, dando vita a una tradizione e a un sapere oggi condivisi da un’ampia comunità scientifica internazionale. Assumendo come punto di osservazione privilegiato la prospettiva sociologica, nel libro vengono analizzati e discussi alcuni dei principali percorsi di analisi delle culture giovanili: le ricerche condotte nella dimensione urbana statunitense degli anni Venti e Trenta dalla Scuola sociologica di Chicago; il contributo di Karl Mannheim alla comprensione del fenomeno delle “generazioni” e della funzione sociologica della gioventù; l’ampio dibattito, inaugurato da Talcott Parsons, sviluppatosi negli Stati Uniti tra gli anni Quaranta e Cinquanta attorno alla categoria di “cultura giovanile”; le ricerche realizzate da Kenneth Keniston sul “dissenso” giovanile nel più ampio scenario della riflessione sulla protesta studentesca degli anni Sessanta; gli studi del Centre for Contemporary Cultural Studies dell’Università di Birmingham sull’esplosione spettacolare delle “sottoculture” elaborate dai giovani della working class inglese. Di ciascuno se ne ripercorrono le premesse storiche e teoriche, l’elaborazione e l’articolazione interna, gli aspetti critici di maggior rilievo e i contenuti di maggiore attualità. Ne risultano cinque contributi “molecolari” che, nella loro autonomia, offrono a chi pratica o si accosta all’analisi sociale l’opportunità di muoversi lungo la traiettoria che ha consentito alla ricerca sui giovani e le culture giovanili di acquisire un’identità distinta e riconoscibile. Allo stesso tempo, i capitoli sono presentati sotto forma di “discorsi” consapevolmente aperti, per offrire al lettore l’opportunità di imbastire un dialogo con le diverse prospettive affrontate nel corso del volume. In un periodo in cui la ricerca sui giovani e le culture giovanili vive una fase di ulteriore espansione e consolidamento, ma corre anche il rischio di smarrire il legame con il proprio retroterra, il libro invita a riesaminare premesse, contenuti, limiti e possibili sviluppi dei percorsi di analisi che ne hanno definito la tradizione, per cogliere le suggestioni che sanno offrire a un campo di studi costantemente in tensione e chiamato a riconoscere la pluralità delle forme attraverso le quali si manifestano le culture dei giovani, nel loro essere, ieri come oggi, Belli e dannati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.