Lo studio monografico indaga il particolare meccanismo di finanziamento economico-finanziario pubblico a sostegno della religione, comunemente individuato attraverso la locuzione «otto per mille», valutandone le criticità strutturali ed applicative come emergenti e riattualizzate alla luce degli sviluppi più recenti. Le problematicità di questo particolare meccanismo sono tornate di stringente attualità a seguito di una serie di deliberazioni della Corte dei Conti, che, inizialmente chiamata a valutarlo sotto lo specifico profilo della gestione della quota di assegnazione di pertinenza dello Stato, ne ha più ampiamente investito, con le proprie valutazioni, il funzionamento complessivo. Il richiamo alle valutazioni della magistratura contabile viene collocato in un contesto valutativo più ampio. Il riferimento va in particolare alla riemergente socialità del fattore religioso e delle sue molteplici proiezioni giuridiche, dati che inducono a soffermarsi sulle criticità dell’otto per mille non già per sostenere la generale impraticabilità di un sistema di sostegno pubblico della religione ma per individuare ragioni e forme di un suo orientamento più inclusivo e quindi più coerente ed equilibrato. Lo studio confluito nel volume si colloca nella suddetta dimensione prospettica, dal momento che ha riguardo all’otto per mille quale testimonianza significativa dello stato attuale della regolamentazione giuridica del fenomeno religioso e della corrente interpretazione dei principi e delle regole di sistema che la governano, alla luce delle trasformazioni accennate. Si intende così contribuire a mettere a fuoco, da un particolare angolo visuale, la possibilità di individuare nuovi equilibri tra la salvaguardia della libertà religiosa, il principio della eguale libertà confessionale e la dimensione sociale della libertà religiosa stessa.
L’«otto per mille» tra eguale libertà e dimensione sociale del fattore religioso
ELEFANTE, Carmela
2018
Abstract
Lo studio monografico indaga il particolare meccanismo di finanziamento economico-finanziario pubblico a sostegno della religione, comunemente individuato attraverso la locuzione «otto per mille», valutandone le criticità strutturali ed applicative come emergenti e riattualizzate alla luce degli sviluppi più recenti. Le problematicità di questo particolare meccanismo sono tornate di stringente attualità a seguito di una serie di deliberazioni della Corte dei Conti, che, inizialmente chiamata a valutarlo sotto lo specifico profilo della gestione della quota di assegnazione di pertinenza dello Stato, ne ha più ampiamente investito, con le proprie valutazioni, il funzionamento complessivo. Il richiamo alle valutazioni della magistratura contabile viene collocato in un contesto valutativo più ampio. Il riferimento va in particolare alla riemergente socialità del fattore religioso e delle sue molteplici proiezioni giuridiche, dati che inducono a soffermarsi sulle criticità dell’otto per mille non già per sostenere la generale impraticabilità di un sistema di sostegno pubblico della religione ma per individuare ragioni e forme di un suo orientamento più inclusivo e quindi più coerente ed equilibrato. Lo studio confluito nel volume si colloca nella suddetta dimensione prospettica, dal momento che ha riguardo all’otto per mille quale testimonianza significativa dello stato attuale della regolamentazione giuridica del fenomeno religioso e della corrente interpretazione dei principi e delle regole di sistema che la governano, alla luce delle trasformazioni accennate. Si intende così contribuire a mettere a fuoco, da un particolare angolo visuale, la possibilità di individuare nuovi equilibri tra la salvaguardia della libertà religiosa, il principio della eguale libertà confessionale e la dimensione sociale della libertà religiosa stessa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.