Il saggio intende rendere conto del ruolo decisivo che l’eredità hegeliana assolve nell’elaborazione della decostruzione di Jacques Derrida. In particolare, intende mostrare che la definizione chiave della decostruzione - “La différance infinita è finita” (La voce e il fenomeno, 1967) - deve essere compresa attraverso un’interpretazione della nozione hegeliana di “cattiva infinità” (schlechte Unendilichkeit) nell’orizzonte della Filosofia della natura. Per Hegel, infatti, la Natura è la sfera del finito in quanto tale, la dimensione della “contraddizione irrisolta” (unaufgelöste Widerspruch), che può essere “tolta” e definitivamente superata solo nell’elemento dello Spirito Assoluto, a spese cioè della vita naturale, per Derrida, la condizione irriducibile della finitezza.
Finite Infinity: Reading Gasché Reading Derrida Reading Hegel..."and so on without an end"
Francesco Vitale
2018
Abstract
Il saggio intende rendere conto del ruolo decisivo che l’eredità hegeliana assolve nell’elaborazione della decostruzione di Jacques Derrida. In particolare, intende mostrare che la definizione chiave della decostruzione - “La différance infinita è finita” (La voce e il fenomeno, 1967) - deve essere compresa attraverso un’interpretazione della nozione hegeliana di “cattiva infinità” (schlechte Unendilichkeit) nell’orizzonte della Filosofia della natura. Per Hegel, infatti, la Natura è la sfera del finito in quanto tale, la dimensione della “contraddizione irrisolta” (unaufgelöste Widerspruch), che può essere “tolta” e definitivamente superata solo nell’elemento dello Spirito Assoluto, a spese cioè della vita naturale, per Derrida, la condizione irriducibile della finitezza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.