La vicenda giuridica delle unioni di fatto si svolge per lungo tempo ai margini del diritto di famiglia, rectius, della famiglia legittimamente costituita, nel trascorrere dell’interprete dalla suggestione del ricorso all’applicazione analogica di norme afferenti ad istituti consolidati ed il ritrarsi dalle regole tradizionali per porre mente al momento negoziale e alle norme pattizie. Il vivere stabilmente insieme è la base comune tanto del vincolo coniugale - regno indiscusso degli status, strutturato globalmente nella fase della formazione, nella sua funzionalità quale rapporto e nelle finalità specifiche e peculiari connesse alla sua esistenza - quanto delle unioni di fatto, genus per lungo tempo indistinto tranne che per il suo collocarsi, di là dagli spazi di ingerenza dei pubblici poteri, nell’ambito della autoregolamentazione privata e della libera espressione della volontà dei contraenti. Attraverso il succedersi di provvedimenti normativi, per lo più nelle forme di novellazione del codice civile, il diritto quasi impercettibilmente è entrato nella materia senza invadere, affiancando progressivamente alla figura del coniuge quella del convivente tout court: rilevava, ormai, sia a livello sociale che a livello politico, l’esigenza generalizzata di definire le coordinate giuridiche del fenomeno, oltre che di delinearne l’esattezza del connotato semantico. Il legislatore di più ordinamenti sembra aver condiviso il disagio di strutturare giuridicamente una figura multiforme - seppure incentrata sulla stabile convivenza -, dimidiata tra istanze opposte di autonomia e disciplina, nell’intento di sottrarla, comunque, all’inaccettabile dimensione dell’arbitrarietà. Conciliare, dunque, l’intrinseca pretesa di autonomia della fattispecie e le sue indiscusse esigenze di tutela, a pena di disattendere il rispetto di diritti e valori fondamentali, era impegno improcrastinabile, soprattutto per il legislatore italiano, al di là delle sollecitazioni della Corte Costituzionale e degli arresti dei giudici di Strasburgo.

La realtà giuridica delle unioni civili.

PARISI A. G.
2017-01-01

Abstract

La vicenda giuridica delle unioni di fatto si svolge per lungo tempo ai margini del diritto di famiglia, rectius, della famiglia legittimamente costituita, nel trascorrere dell’interprete dalla suggestione del ricorso all’applicazione analogica di norme afferenti ad istituti consolidati ed il ritrarsi dalle regole tradizionali per porre mente al momento negoziale e alle norme pattizie. Il vivere stabilmente insieme è la base comune tanto del vincolo coniugale - regno indiscusso degli status, strutturato globalmente nella fase della formazione, nella sua funzionalità quale rapporto e nelle finalità specifiche e peculiari connesse alla sua esistenza - quanto delle unioni di fatto, genus per lungo tempo indistinto tranne che per il suo collocarsi, di là dagli spazi di ingerenza dei pubblici poteri, nell’ambito della autoregolamentazione privata e della libera espressione della volontà dei contraenti. Attraverso il succedersi di provvedimenti normativi, per lo più nelle forme di novellazione del codice civile, il diritto quasi impercettibilmente è entrato nella materia senza invadere, affiancando progressivamente alla figura del coniuge quella del convivente tout court: rilevava, ormai, sia a livello sociale che a livello politico, l’esigenza generalizzata di definire le coordinate giuridiche del fenomeno, oltre che di delinearne l’esattezza del connotato semantico. Il legislatore di più ordinamenti sembra aver condiviso il disagio di strutturare giuridicamente una figura multiforme - seppure incentrata sulla stabile convivenza -, dimidiata tra istanze opposte di autonomia e disciplina, nell’intento di sottrarla, comunque, all’inaccettabile dimensione dell’arbitrarietà. Conciliare, dunque, l’intrinseca pretesa di autonomia della fattispecie e le sue indiscusse esigenze di tutela, a pena di disattendere il rispetto di diritti e valori fondamentali, era impegno improcrastinabile, soprattutto per il legislatore italiano, al di là delle sollecitazioni della Corte Costituzionale e degli arresti dei giudici di Strasburgo.
2017
9788898032525
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4717625
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